Quest'anno il festival di Dresda è sul tema "Glauben" ("credere") e ha Roma come ospite speciale. Col patrocinio del nostro Ministero degli Esteri, arrivano anche l'Orchestra e il Coro dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia, per un concerto di musica sacra nella Semperoper, dove ha la sua sede stabile la Dresdner Staatskapelle e dove poche ore prima hanno suonato i Berliner Philharmonier: un confronto temibile, da cui i nostri sono usciti a testa alta, perché neanche i Berliner avevano avuto applausi così entusiastici, culminati in un collettivo battito di piedi. Eppure il programma non era particolarmente accattivante. Si apriva con un Mozart poco noto, il Kyrie K. 341: l'esecuzione di questa ampia pagina scritta in stile alto e grandioso era assolutamente magistrale. Senza interruzione si attaccava un altro Mozart, l'Ave verum corpus: il coro sembrava una sola voce, limpida, eterea, soffusa, spirituale come il cielo della Madonna Sistina di Raffaello, che sta lì a pochi metrì nella Gemaldegalerie, senza un respiro, un vibrato o qualunque altra cosa che potesse ricordare la materia umana di cui quel suono era fatto. In sala regnava un'immobilità irreale, che sicuramente si sarebbe sciolta in un grande applauso, se Pappano non avesse deciso di attaccare immediatamente Friede auf Erden di Schoenberg, che raffreddava un po' l'ambiente. Quindi lo Stabat di Rossini: qui Pappano, obbedito perfettamente dai complessi romani, conferiva una superba densità corale e orchestrale all'introduzione e al finale e, col contributo dei quattro ottimi solisti, evidenziava le ombreggiature spirituali della serie di arie, duetti e quartetti, che a una prima impressione sembrerebbero usciti dritti dritti da un'opera del pesarese. E qui era il trionfo per Pappano e per tutti.
Interpreti: Emma Bell, soprano
Sonia Ganassi, mezzosoprano
Toby Spence, tenore
Alex Esposito, basso
Orchestra: Orchestra dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia
Direttore: Antonio Pappano
Coro: Coro dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia
Maestro Coro: Roberto Gabbiani