Rivelazione di un'opera antica e di una nuova stella vocale

La rinuncia forzata all'allestimento scenico non inficia il successo di uno dei titoli migliori fra la misconosciuta produzione italiana di Meyerbeer e segna il trionfo del giovane contralto russo Marina Prudenskaja

Recensione
classica
Opernhaus Lipsia
Giacomo Meyerbeer
27 Maggio 2005
L'Opera di Lipsia, nella città tedesca più carica di storia musicale, è un teatro molto vivace, frequentato da numerosi turisti, e oggi diretto da un sovrintendente di provenienza francese, che al grande repertorio ama accostare proposte alternative di vario genere e stile. L'ultima scommessa è stata quella di rivalutare il Meyerbeer italiano, affidandosi al Meyerbeer-Institut di Thurnau e alla Freie Universität di Berlino per un convegno internazionale attorno all'esecuzione di "Margherita d'Anjou". Nata alla Scala nel 1820, tale opera godette subito di buona fortuna, e all'atto dei fatti avrebbe tutte le carte in regola per tornare in repertorio, stante il successo entusiastico attribuitole dal pubblico di Lispia. Certo, affidando le finezze strumentali di Meyerbeer e i suoi clangori alla mitica orchestra del Gewandhaus l'effetto è inevitabilmente vincente; se in più si mette quell'orchestra in mano a un direttore come Frank Beermann, che ha come unico torto quello di aver operato molti tagli, ma che azzecca tutti i tempi e ben conosce le necessità del fraseggio belcantistico, il risultato è assicurato e anche la compagnia di canto, di buona professionalità, risulta al meglio delle sue possibilità. Su tutti spicca il contralto russo Marina Prudenskaja, vera rivelazione della serata, trionfatrice in una parte di grande virtuosismo canoro: voce scura, salda e morbida insieme, al servizio di una spiccata intelligenza musicale, coadiuvata da una figura di bella presenza, alta e snella, ideale per i ruoli "en travesti". Dovrà soltanto lavorare un po' di più sull'articolazione delle vocali, ma ha già quanto basta per stregare i palcoscenici del mondo intero nei prossimi anni. Dissidi insanabili fra gli interpreti musicali e le idee peregrine della regista Katja Czellnik hanno purtroppo (o per fortuna?) indotto in extremis il teatro a presentare la partitura in forma di concerto. Per il debutto moderno di un'opera italiana di Meyerbeer in forma scenica bisognerà dunque attendere ancora il 2 luglio, con "Semiramide" al Festival "Rossini in Wildbad", e la prossima primavera con "Il crociato in Egitto" alla Fenice: eventi imperdibili, e che si spera siano davvero l'inizio di una sin troppo attesa renaissance meyerbeeriana.

Interpreti: Eun Yee You (Margherita d´Anjou), Robert Chafin (Duca di Lavarenne), Marina Prudenskaja (Isaura), Tuomas Pursio (Carlo Belmonte), Herman Wallén (Michele Gamautte), Felipe Bou (Riccardo, Duke of Glocester), Dan Karlström (Bellapunta), Thomas Oertel-Gormanns (Orner), Erwin Noack (Un ufficiale)

Regia: Katja Czellnik

Scene: Hartmut Meyer

Costumi: Karin Engeli

Orchestra: Orchestra del Gewandhaus di Lipsia

Direttore: Frank Beermann

Coro: Coro dell'Opera di Lipsia

Maestro Coro: Stefan Bilz

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