Retrospettiva Dutilleux
L’omaggio della Cité de la Musique al compositore scomparso un anno fa
Recensione
classica
Era la serata di Henri Dutilleux ieri alla Cité de la Musique, in uno dei concerti della retrospettiva che l’istituzione parigina ha dedicato al tanto amato compositore francese di questo secolo, amato dal pubblico e dagli addetti ai lavori, scomparso esattamente un anno fa. Era la serata di Dutilleux che invece di essere accostato ai suoi più diretti maestri spirituali (da Debussy a Stravinskij, peraltro compositori prediletti dall’orchestra sul palco ieri sera, Les Siècles) o in un programma monografico era accanto alla "Quinta" di Beethoven (troppo vago il riferimento beethoveniano a “Muss es sein?” di Dutilleux in prima francese) e a "L'apprenti sorcier" di Dukas. Sul palco, l’orchestra di François-Xavier Roth che ha aperto la serata con un curioso Beethoven, serratissimo, fin troppo legato, senza respiri, senza quell’aria ieratica che – sia o no il motivo del destino che bussa alla porta – gli conviene in alcuni passaggi. I tempi erano quelli di un’orchestra abituata alle interpretazioni storiche ma il fraseggio era più francese che tedesco, meno dialogico insomma, e nel complesso dall’aria di giubilo che faceva pensare più a Haydn che a Beethoven. Dopo aver ascoltato i tre pezzi di Dutilleux e Dukas, non c’è dubbio che i francesi siano di più nelle corde di questa orchestra. Sempre splendido, letteralmente, "Métaboles" del maestro francese anche se il vero exploit di pubblico è stato al termine di "Tout un monde lointain", scritto nel 1970 per Rostropovich, più che per il brano in sé per la presenza di Gautier Capuçon come violoncello solista, acclamato in sala come un star.
Interpreti: François Xavier Roth (direttore); Gautier Capuçon (violoncello solista)
Orchestra: Les Siècles
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