Mascagni e il cinema: un episodio isolato, che conferma la molteplicità perfino convulsa dei tentativi del compositore di Cavalleria rusticana di liberarsi dall'etichetta di verista che quel suo primo e insuperato successo gli aveva incollato addosso. L'idea alla base di Rapsodia satanica era un dramma musicale cinematografico, che coinvolgesse la decima musa in una postwagneriana unità delle arti. Tentativo intressante sulla carta e velleitario nei risultati. Innanzitutto è troppo modesta la pellicola girata dallo scrittore, Nino Oxilia, che volle cimentarsi con questo nuovo mezzo d'espressione ma vi si accostò in modo piuttosto dilettantesco, come rivelano la fissità della cinepresa e la banalità delle inquadrature, che non sono giustificabili con i mezzi tecnici primordiali (basta pensare a cosa fece Pastrone in Cabiria in quello stesso anno, il 1914).
Dal canto suo Mascagni scrisse una colonna sonora (definizione giustamente rifiutata dai grandi compositori di musica da film come Morricone) che non aggiunge molto alle immagini: echi settecenteschi (ma non si pensi al neoclassicismo stravinskiano) per la festa dalla vecchia contessa, un po' di Wagner qua e là (soprattutto quando appare un personaggio che si chiama - pensate un po' - Tristano), atmosfere da Pastorale di Beethoven e qualche tono da stornello per le scene all'aperto. Pochi i momenti più pregnanti: qualche sforzo di un'armonia e un'orchestrazione ricercate non approda a nulla di originale, considerando che si era nel 1914.
Marcello Panni ha ricostruito sulle parti d'orchestra la partitura di Rapsodia satanica, mentre le poche esecuzioni recenti si sono sempre basate su un'edizione molto scorretta, in cui mancavano alcuni strumenti e abbondavano gli errori. Poi l'ha diretta con l'amore e l'attenzione di chi ci ha lavorato a lungo e la conosce a fondo, ottimamente seguito dall'orchestra.
Completava la serata Cavalleria rusticana, in un'esecuzione tradizionale ma ripulita da eccessi veristici.
Note: Nella stessa serata Cavalleria Rusticana, melodramma in un atto. Musica di Pietro Mascagni, su libretto di Giovanni Targioni - Tozzzetti e Guido Menasci, tratta dall'omonima novella di Giovani Verga. In occasione del 60°anniversario della morte di Mascagni.
Interpreti: Giuseppe Giacomini / Lance Ryan, Lucia Mazzaria / Virginia Todisco, Viorica Cortez, Ambrogio Maestri / Silvano Carroli, Alessandra Franceschi
Regia: Stefano Vizioli
Scene: Maurizio Varamo
Costumi: Anne Marie Heinreich
Coreografo: Alfonso Paganini
Orchestra: Orchestra del Teatro dell'Opera di Roma
Direttore: Marcello Panni
Coro: Coro del Teatro dell'Opera di Roma
Maestro Coro: Andrea Giorgi