Quasi Damiani
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Recensione
classica
" 'Quasi' è parola affascinante, attenua e rende tutto meno definito, più morbido e flessibile, flou. Come una foto sfocata, una canzone vaga, un vestito morbido. Non fissa il tempo - è quasi primavera -, è una specie d'incontro, quasi amore. Décalage, spostare un po' l'intreccio delle voci, dei suoni, divario tra ragione e emozione, tra struttura e improvvisazione." Così Paolo Damiani, da sempre direttore artistico di Roccella Jazz Festival, introduce "Quasi band", il suo nuovo progetto, appena uscito su disco Egea, che ha costituito uno dei picchi della ventisettesima edizione del festival.
Con "Quasi band" Damiani sembra voler tracciare una nuova sintesi della filosofia di Rumori Mediterranei (sottotitolo storico del festival). Una struttura ampia, a maglie larghe, ha incluso temi vecchi e nuovi non solo del leader, per lo più di densa sostanza melodica, che hanno avviato un interplay ormai consolidato, lasciando spazio agli spunti autorevoli di Rita Marcotulli, Javier Girotto, Diana Torto (rispettivamente piano, sassofoni e voce) e di un Louis Sclavis, ai clarinetti, un po' sottoutilizzato e defilato. Damiani, che per l'occasione ha privilegiato il contrabbasso rispetto al violoncello, e Michele Rabbia alle percussioni erano impegnati a tessere la trama di fondo.
Nel concerto inaugurale del festival, il 16 agosto a Reggio Calabria, l'abbraccio di seimila spettatori aveva accolto un Ornette Coleman sempre più prossimo al sublime assoluto. Poi, prima di concentrarsi a Roccella Jonica nelle quattro serate conclusive, la manifestazione si è dipanata in varie località della Locride (alcune delle quali presenti per la prima volta nella mappa jazzistica), ottenendo un successo al di sopra di ogni aspettativa.
Interpreti: Paolo Damiani: violoncello e contrabbasso Diana Torto: voce Louis Sclavis: clarinetti Javier Girotto: sassofoni, clarinetto basso e flauti Rita Marcotulli: pianoforte Michele Rabbia: batteria e percussioni.
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