L'abbinamento di "The telephone" e "The Medium" era frequente all'inizio della fortunata carriera di queste due operine, che dura ormai da mezzo secolo, ed è stata un'idea felice riproporlo ancora una volta (ora al Festival di Spoleto) perché la leggerezza e l'umorismo della prima bilanciano il sentimentalismo e la drammaticità della seconda. Anche chi storce il naso davanti alle opere "grandi" di Menotti deve arrendersi davanti al perfetto funzionamento d'un meccanismo teatrale e musicale (Menotti è l'autore anche del libretto oltre che della musica), che si fa ammirare ancora di più per la semplicità dei mezzi messi in campo. Il piccolo organico orchestrale, la linea melodica oscillante tra il semideclamato e la cantilena, i ritmi danzanti, la scrittura vocale, il realismo con cui la musica suggerisce i gesti stessi dei personaggi sono sostanzialmente gli stessi nelle due operine ma l'effetto è totalmente opposto e si adegua perfettamente sia all'ironico divertissement imperniato sulla giovane, futile e svampita Lucy e sul suo imbarazzato fidanzatino sia al cupo drammone tardoverista della vecchia, malvagia e alcolizzata medium e della sua patetica corte d'infelici. Non è un caso che ad ogni edizione di queste operine gli interpreti appaiono ideali, perché i loro personaggi sono così ben realizzati da Menotti in ogni dettaglio da permettere ai suoi interpreti di raggiungere il massimo risultato con relativa facilità. Se poi i cantanti-attori vengono scelti e guidati personalmente da Menotti stesso il risultato è superlativo. E questa volta ad aiutare i cantanti c'è anche l'adozione della versione originale inglese, che, rispetto alla traduzione italiana, restituisce al "Telephone" il suo tono da musical di Broadway e alleggerisce le inflessioni veriste della "Medium". Dunque non si saprebbero immaginare una regia diversa e un'interpretazione migliore di quella di ieri: bravissime in particolare le interpreti di Lucy (Tamara Mesic), della medium (Victoria Livengood) e di Monica (Lucy Tucker Yates). La direzione di Francesco Maria Colombo era puntuale nel cogliere la frizzante e danzante atmosfera da musical della prima opera e l'esasperato ma non volgare patetismo della seconda. Un unico appunto: l'aria di Ben, scritta appositamente da Menotti per questa ripresa, introduce una pausa inutile se non dannosa nella leggerezza, velocità e sinteticità che sono i pregi di "The Telephone".
Interpreti: Mesic, Livengood, Tucker Yates, Saccomando, Porta, Giannattasio, Fogli
Regia: Gian Carlo Menotti e Francis Menotti
Scene: John Pascoe
Costumi: John Pascoe
Orchestra: Orchestra Sinfonica "Giuseppe Verdi" di Milano
Direttore: Francesco Maria Colombo