Manara per Mozart

Jesi: Milo Manara alla sua prima scenografia operistica per Così fan tutte

Così fan tutte (Foto Binci)
Così fan tutte (Foto Binci)
Recensione
classica
Teatro “G.B. Pergolesi” di Jesi 
Così fan tutte
18 Ottobre 2023 - 22 Ottobre 2023

La stagione lirica di tradizione del Teatro “G.B. Pergolesi” di Jesi  si inaugura con Così fan tutte, il meno rappresentato dei tre capolavori del sodalizio Mozart -Da Ponte, per lungo tempo  gravato da pregiudizi attribuiti  all’ esilità e frivolezza della trama, al di là della bellezza indiscussa della musica.

Solo in tempi relativamente recenti  è stata  riconosciuta invece la complessità dell’intreccio, tra erotismo, sottile sadismo e velleità  di educazione sentimentale (il sottotitolo è infatti La scuola degli amanti)  oggi  particolarmente attuale, tra l’altro,  se solo si pensa alla natura delle  sempre più diffuse relazioni  via web, tra finzione  e reticenza a rivelarsi per indagare l’interlocutore.  Opera straordinariamente moderna quindi, dal finale sospeso, ma anche specchio della cultura illuminista, del suo scrollarsi di dosso vecchi moralismi e dare spazio agli impulsi di natura (“E’ legge di natura” sentenzia Despina riguardo alla volatilità delle leggi di attrazione che regolano le relazioni umane).

Rinvia al  secolo dei lumi anche l’esilarante  scena della magnetizzazione compiuta da Despina mascherata da dottore, con una calamita  in mano (la “pietra mesmerica”) che risveglia dal finto avvelenamento i due albanesi: il riferimento è al medico tedesco Franz Anton Mesmer, assertore del “magnetismo animale” e al centro di un acceso dibattito che coinvolse seguaci e denigratori tra Vienna e Parigi e che fu messo a tacere da una commissione di scienziati voluta dallo stesso  Luigi XVI. Forse fu Mozart, più che Da Ponte, a voler omaggiare Mesmer nell’opera, legato al compositore da vincoli di amicizia e primo ad accogliere nel teatrino all’aperto della sua casa viennese Bastien un Bastienne.  

 

L’allestimento di Jesi è una nuova produzione che vede impegnata la Fondazione Pergolesi Spontini come  capofila, insieme a Fondazione Teatro Verdi di Pisa, Fondazione Teatro Comunale Pavarotti di Modena, Teatro Sociale di Rovigo e Opéra-Théâtre of Eurométropole de Metz.

Buona la compagnia di canto, con  Ekaterina Bakanova, in Fiordiligi,  Lilly Jørstad in Dorabella,  Jiri Rajnis in Guglielmo,   Antonio Mandrillo in Ferrando,  Francesca Cucuzza in Despina e   Emanuele Cordaro in  Don Alfonso.  Tra tutti sono spiccate le voci  e le presenze di Bakanova e di Jørstad,  entrambe attrici molto espressive e vocalmente ineccepibili. Tutti gli altri hanno condotto bene le parti, interpretando i rispettivi personaggi con spigliatezza, tra accenti comici e malinconici,  cinismo ed erotismo, ben diretti da Aldo Sisillo alla guida della FORM- Orchestra Filarmonica Marchigiana, alle cui prime parti va un plauso, e del coro del Teatro Ventidio Basso, preparato da Giovanni Farina.

La regia di Stefano Vizioli è stata briosa e tutta basata sulle capacità attoriali degli artisti, in un’opera il cui libretto nella relativa staticità dell’azione e  nel suo incentrarsi  sull’evoluzione psicologica delle due protagoniste femminili ha  più che in altre opere le connotazioni del teatro di parola.   L’azione era ambientata in uno spazio senza tempo, appena accennato dai costumi settecenteschi e dai pochi arredi in scena; perché sul palcoscenico dominava la scenografia tutta dipinta con  le bellissime tavole del grande fumettista  Milo Manara (gli originali sono stati esposti nella Galleria di Palazzo Pianetti, sede della Pinacoteca Civica di Jesi)  che a 78 anni firma per la prima volta scene e costumi di un’opera lirica: cupidi, satiri, ninfe, e gli amori di Giove nei suoi vari travestimenti a scopo di seduttivo,  secondo quanto si legge nelle Metamorfosi di Ovidio. Quindi una scenografia bidimensionale, all’ “antica”, fatta di quinte, fondali, pannelli a scomparsa e semplici ingegni di macchineria teatrale, in cui dominano i colori pastello di un Settecento stilizzato.

Lo spettacolo è stato molto gradito dal pubblico, in un teatro sold out in entrambe le recite, precedute da un’anteprima riservata agli studenti delle scuole della provincia di Ancona che ha riscosso  vivo successo e partecipazione.

 

 

Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche

classica

Madrid: Haendel al Teatro Real

classica

A Roma, prima con i complessi di Santa Cecilia, poi con Vokalensemble Kölner Dom e Concerto Köln

classica

Federico Maria Sardelli e il sopranista Bruno de Sá per un programma molto ben disegnato, fra Sturm und Drang, galanterie e delizie canore, con Mozart, da giovanissimo a autore maturo, come filo conduttore