La mancanza in Italia di teatri in grado d'ospitare grandi spettacoli popolari come questo ha imposto la costruzione d'una grande struttura che esteriormente somiglia all'ennesimo teatro tenda ma che non ha le approssimazioni e le scomodità (a cominciare dai pali che impediscono la visuale) dei teatri tenda che conoscevamo finora: è piuttosto una tecnostruttura prodigiosa, perché sembra reggersi da sola, al cui interno sono stati ricavati un palcoscenico di circa 600 metri quadrati, con un boccascena di venticinque metri, e una platea in grado di ospitare 2.900 persone comodamente sedute su poltroncine di velluto rosso, tutte con un'ottima visibilità. C'è solo da augurarsi che anche il resto si metta presto in linea con la funzionalità di questa struttura e che non sarà più necessario attendere oltre mezz'ora per entrare, che lo spettacolo inizierà con meno di un'ora di ritardo, che non si verificheranno ingorghi pazzeschi all'uscita. Lo spettacolo invece è già a punto e esibisce una perfezione di voci, coreografie, luci, amplificazione che è spettacolare di per sé e sembra molto americana, senza nulla della simpatica, genialoide (e casereccia) estemporaneità italica. Però di americano non c'è quasi nient'altro. Riccardo Cocciante è riuscito a sottrarre il suo musical alla fatale attrazione di Broadway e la sua musica ha un'evidente impronta latina. Per marcare questa differenza, Notre Dame de Paris non è definita un musical ma un'opera, non a torto, perché non c'è una sola parola che non sia cantata e tutto si svolge attraverso una ventina di canzoni (in un'opera sarebbero definite arie, duetti, terzetti e concertati, talvolta con coro) collegate da brevi transizioni (in un'opera sarebbero i recitativi accompagnati). La musica di Cocciante è - per così dire - essenzialmente scenografica, perché è dinamica, aggressiva, concreta, carnale e fa tutt'uno con quanto avviene in scena e in particolare con le coreografia, molto movimentata, forte, a tratti violenta, che impegna allo spasimo un gruppo di bravissimi ballerini, ginnasti e acrobati, ognuno dei quali ha un ruolo da solista, mentre la chorus line è praticamente abolita. Il limite di queste canzoni è che non sono indimenticabili (ma forse è un'impressione sbagliata, se è vero che il disco di Notre Dame de Paris ha già venduto, nelle sue diverse versioni, oltre 10 milioni di copie) ma sembrano invece piuttosto simili l'una all'altra, così che quelli che in un'opera sarebbero i tre tenori (Febo, Gringoire e Clopin) a tratti sono quasi sovrapponibili e lo stesso vale per i due soprano (Esmeralda e Fiordaliso). Il testo non sembra fondamentale ed è in gran parte incomprensibile, ma quel che se ne capisce è sufficiente a orientarsi e a capire che il romanzo di Victor Hugo è riletto in chiave moderna e ambientato in una periferia metropolitana, con scontri tra immigrati e sans papier da una parte (Esmeralda, Clopin e i loro amici) e rappresentanti del potere dall'altra (Frollo e Febo). Il tutto per due ore di spettacolo coinvolgente, che alterna momenti di frenesia a rare pause melodiche e ritmiche, senza mollare mai la presa sul pubblico. Bravissimi gli interpreti, tutti poco noti al grande pubblico: voci vere, capaci di dare forza e tensione a quello che cantano, e anche attori veri, capaci di riempire la scena. Meglio però gli uomini (Giò Di Tonno, Quasimodo; Graziano Galatone, Febo; Matteo Setti, Gringoire; Vittorio Matteucci, Frollo; Marco Guerzoni, Clopin) delle donne (Claudia D'Ottavi, Fiordaliso; Lola Ponce, Esmeralda, l'unico anello relativamente debole del cast).
Note:
PS Locandina
Notre Dame De Paris
Musica Riccardo Cocciante
Testi Luc Plamondon (versione italiana di Pasquale Panella)
Prima esecuzione della versione italiana
Prima esecuzione assoluta Parigi 1è settembre 1998
Cantanti Ponce/Misseri, D'Ottavi/Di Bari, Matteucci/Voghera, Galatone/Borelli, Setti/Borelli, Di Tonno/Voghera
Luogo Gran Teatro, Viale di Tor di Quinto, tel. 800112211
Repliche fino al 15 aprile (possibile un prolungamento)
Prezzi da 21 a 62 euro
Interpreti: Ponce/Misseri, D'Ottavi/Di Bari, Matteucci/Voghera, Guerzoni, Galatone/Borelli, Setti/Borelli, Di Tonno/Voghera
Regia: Gilles Maheu
Costumi: Fred Sathal
Coreografo: Martino Muller