L'iter di Domenico Guaccero

L'Aquila celebra i vent'anni dalla morte del compositore con una serie di conferenze e di concerti. E con la prima esecuzione integrale del ciclo Descrizione del corpo.

Recensione
classica
Teatro dell'Accademia di Belle Arti L'Aquila
07 Novembre 2004
Col titolo "Un iter inverso" si è tenuto a L'Aquila un symposium dedicato a Domenico Guaccero, figura poliedrica di compositore, organizzatore, sindacalista, didatta, sperimentatore. E poliedrico è stata l'incontro (organizzato dall'Accademia delle Belle Arti, dal Conservatorio Casella, dall'Istituto Gramma e dai Solisti Aquilani) che prevedeva una serie di relazioni musicologiche, ma anche documenti audio-visivi, registrazioni, performances, concerti. Il tutto nel Teatro dell'Accademia delle Belle Arti, impreziosito da un'installazione, semplice e geniale, di Michelangelo Lupone, che ha riprodotto su plexiglas alcune tra le più belle partiture grafiche del compositore barese e le ha inserite in una cornice "sonante". L'iter creativo di Guaccero è stato ripercorso, nei concerti, attraverso alcune tappe salienti, a partire dalle prime composizioni gestuali degli anni 60. Il flautista Giampio Mastrangelo ha eseguito Negativo, musica che accoglieva tutto ciò che non è suono: rumori, percussioni, strumenti non suonati, una telecamera che seguiva l'interprete in platea e nei corridoi, una avvenente comparsa che saliva sul palcoscenico, un testo declamato dal flautista. Pezzo agito dentro e fuori dalla sala era anche Interno-Esterno 2 per trombone e percussioni, eseguito da Giancarlo Schiaffini e Gianluca Ruggeri. L'arpista Maria di Giulio ha svelato in Rota tutta la varietà di timbri, ottenuta anche agendo sulle corde con oggetti diversi (come aste o boccali di birra). Sottile ricerca timbrica che emergeva anche ne dittico violinistico Traccia - Su traccia, suonato da Diego Conti, che esplorava suoni al limite del rumore e del silenzio, per poi esplodere in improvvisazioni e distorsioni elettroniche. Si è poi ascolata la prima esecuzione integrale del ciclo Descrizione del corpo, summa della ricerca di Guaccero negli anni 70, ispirato alle regioni sacre del corpo umano: Luz (la regione coccigea), Ajna (il centro della fronte) e quattro diverse versioni di Kardìa (la regione del cuore), per fiati, per archi, per otto voci, e poi anche nella suggestiva esecuzione simultanea delle tre, che creava una dimensione sonora densa e trascolorante, piena di affioramenti lirici.

Orchestra: I Solisti Aquilani

Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche

classica

Madrid: Haendel al Teatro Real

classica

A Roma, prima con i complessi di Santa Cecilia, poi con Vokalensemble Kölner Dom e Concerto Köln

classica

Federico Maria Sardelli e il sopranista Bruno de Sá per un programma molto ben disegnato, fra Sturm und Drang, galanterie e delizie canore, con Mozart, da giovanissimo a autore maturo, come filo conduttore