L'elegiaco Onegin di Gergiev

I complessi del Teatro Mariinski portano l’opera di Caikovskij a Baden-Baden

Recensione
classica
Festival Baden Baden
Piotr Ilich Cajkovskij
20 Luglio 2017
L’estate di Baden-Baden parla russo. Da svariate stagioni il Mariinski sbarca in forze al Festspielhaus portando un classico del repertorio russo, ma non solo (ci si ricorda ancora di un “Ring” wagneriano da queste parti). Per l’estate 2017 la scelta cade sul classico dei classici: “Evgenij Onegin”. La produzione è quella che il teatro di San Pietroburgo ha inaugurato nel 2014 e che è solidamente nel repertorio del teatro. La regia di taglio ultraclassico è di Alexei Stepanyuk con le scene di Alexander Orlov e una pioggia di costumi di Irina Cherednikova ispirati a un certo gusto pittorico di primo Ottocento, intonato quindi con la fonte pushkiniana del soggetto. L’unica licenza registica, nemmeno troppo innovativa (viene in mente la “Traviata” cinematografica di Zeffirelli), è far rivivere la vicenda nel ricordo di Tat’jana, espediente che permette di creare una cornice coerente alla successione delle scene altrimenti slegata. La stessa scenografia è pensata come teatro nel teatro, in cui le scene si rivelano oltre un sipario nero nella stanza di Tatj’ana. Di effetto la densa nebbia che compare oltre il sipario e inghiotte l’Onegin respinto dalla donna nel finale. Se vi fosse il sospetto della routine in un titolo rodato come questo, basterebbe la carismatica presenza di un direttore di razza come Valery Gergiev a dissiparlo. Anche in un repertorio di elezione, la firma dell’interprete c’è e si vede: Gergiev sceglie i colori dell’autunno nel rilievo che conferisce al colore brunito degli archi e il passo è sempre lento, disteso, di sapore elegiaco e nostalgico. Anche i passaggi più festosi ne risentono: il valzer a casa dei Larin è schiacciato dal tempo lentissimo del mortifero couplet di un particolarmente decrepito Triquet, così come la polonaise della festa nel palazzo pietroburghese dove Onegin e Tat’jana si ritrovano è raggelata nell’incedere lentissimo dei movimenti. Con Gergiev in buca, è lecito aspettarsi un cast vocale all’altezza. Certamente a Baden-Baden il Mariinski porta il meglio delle sue compagini, con una strepitosa Tat’jana, che è la giovane Maria Bayankina. Inappuntabile l’Onegin di Alexei Markov, così come il limpidamente lirico Lenskij di Evgenij Akhmedov. Non meno riuscite sono le prove di Yekaterina Sergeyeva come Olga e soprattutto di Mikhail Petrenko nella breve ma emotivamente intensa presenza di Gremin. Grande prova di orchesta e coro. Successo per tutti.

Note: Allestimento del Teatro Mariinski di San Pietroburgo. Date rappresentazioni: 20 e 23 luglio 2017.

Interpreti: Alexei Markov (Onegin), Maria Bayankina (Tat’jana), Evgenij Akhmedov (Lenskij), Ekaterina Sergeeva (Olga), Olga Savova (Larina), Mikhail Petrenko (Gremin), Elena Vitman (Filipevna), Andrei Zorin (Triquet), Alexander Gerasimov (Rotnya), Alexander Gerasimov (Zareckij)

Regia: Alexei Stepanyuk

Scene: Alexander Orlov

Costumi: Irina Cherednikova

Coreografo: Ilya Ustyantsev

Orchestra: Orchestra del Teatro Mariinski di San Pietroburgo

Direttore: Valery Gergiev

Coro: Coro del Teatro Mariinski di San Pietroburgo

Maestro Coro: Andrei Petrenko

Luci: Alexander Sivaev

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