L'elegia di Slava e Galina
Il regista russo Sokurov dedica la sua nona "Elegia" alla lunga vita d'arte e di amore solidale tra il soprano GAlina Vishnevskaya e il violoncellista Mstislav Rostropovic: un'ode alla grande Europa che resiste, e testimonia arte e cultura
Recensione
classica
Il regista russo Alexander Sokurov ha 55 anni, e dal 1985 ha cominciato, nel tempo, a filmare la sua collezione di "Elegie", lungometraggi che testimoniano il suo amore per la cultura, per l'arte, per la vecchia Europa per la quale paventa eclissi, degrado, insidie nel banale che avanza e dilaga. Nel 2003 il TorinoFilmFestival gli aveva dedicato una retrospettiva completa, e quest'anno, mentre nelle sale si è visto il suo "Il sole" dedicato nel 2005 all'imperatore giapponese Hirohito, proietta la nona Elegia di Sokurov: "Eleghia Zhizni. Rostropovic. Vishnevskaya", 110 minuti del 2006. Sokurov è l'occhio che visita Galina Vishnevskaya e Mstislav Rostropovic nel loro palazzo di San Pietroburgo, conquistato in 50 anni di duro lavoro in Russia, e poi – esiliati dal regime sovietico nel 1974 per aver ospitato nella loro dacia Solzenitsyn e sua moglie, perseguitati dal regime – in Europa, e Stati Uniti. L'occasione del documentario è la sfarzosa festa per i 50 anni di matrimonio di questa ancora innamoratissima ed energica coppia di musicisti (lei, soprano del Bol'soj, lui, violoncellista prodigio allievo di Sostakovic, ammiratore di Prokof'ev, amico dei grandi compositori del secolo: Penderecki, Messiaen, Britten, Schnittke). Si ricostruiscono le loro vite, quasi una insieme, e si intrecciano i caratteri di due artisti dal coraggio immane e dalla tenacia magistrale. Ci sono la tavolata con regine e re e principesse e principi che si abboffano e ridono delle facezie dell'ironico e amichevole Slava, i ricordi strazianti di Galina, che si vide morire tra le braccia, lei appena 18enne, un primo figlioletto. C'è il nuovo omaggio (bergmaniano) di Sokurov ai volti sublimi, attenti, colti, bambini, giovani, donne, uomini, anziani, che ascoltano pieni di gioia la grande musica.
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