La Sagra Malatestiana tra Muti e Ronchetti

Dopo l’inaugurazione della settantesima edizione, con Muti alla presenza del Presidente Mattarella, la prima nazionale di Rivale di Ronchetti

Muti - Sagra musicale Malatestiana
Recensione
classica
Rimini
Sagra Musicale Malatestiana
03 Agosto 2019 - 05 Agosto 2019

Dal classico al contemporaneo, dalla celebrazione alla scoperta. Questi i caratteri che hanno segnato i primi appuntamenti della settantesima edizione della Sagra Musicale Malatestiana di Rimini, due proposte contrassegnate da cifre decisamente differenti che hanno aperto il ricco programma della manifestazione che proseguirà fino all’autunno di questo 2019.

Le nozze di Figaro tra Muti e Mattarella

Ha avuto tutti i crismi dell’apertura ufficiale e celebrativa l’avvio del cartellone che ha visto protagonista Riccardo Muti il quale, sul palcoscenico di uno splendente Teatro Galli – riaperto e re-inaugurato lo scorso 28 ottobre dopo oltre 75 anni dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale – alla guida della sua Orchestra Giovanile Luigi Cherubini, è stato impegnato in una vasta selezione da Le nozze di Figaro di Mozart. Una proposta che, assieme a dare il via al festival riminese, ha suggellato l’edizione 2019 dell’Italian Opera Academy che il maestro coltiva da anni a Ravenna. Un ideale gemellaggio romagnolo che racchiude plasticamente il significato profondo – musicale e culturale assieme – ribadito dallo stesso Muti di fronte al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, presente a Rimini in questa occasione dopo l’annullamento della visita al Galli in occasione del Simon Boccanegra diretto da Valery Gergiev del 10 dicembre scorso, presenza cancellata in segno di rispetto per le vittime della strage di Corinaldo.

Muti con Mattarella

Riccardo Muti ha ribadito al Capo dello Stato che la sua stessa presenza «sottolinea l'importanza della cultura in un mondo dove i luoghi della cultura e dello spirito stanno sparendo o diminuendo di molto». Parole pronunciate al termine di una serata di musica nella quale lo stesso direttore ha plasmato la sua lettura del capolavoro mozartiano, distillata lungo anni di frequentazione di questa pagina attraverso un taglio vivace, efficace nel rievocare gli intrecci drammaturgici della “folle journée” con una energia capace di rapire non solo il pubblico da tutto esaurito presente al Galli, ma anche la folla che abitava piazza Cavour, dove si affaccia lo stesso teatro, e che ha potuto seguire la serata grazie al maxischermo allestito per l’occasione.

Una vera e propria celebrazione dell’opera – e della cultura tout court – che ha visto coinvolto con attenta affinità espressiva il cast di cantanti già impegnati nell’ambito della Italian Opera Academy: il baritono Luca Micheletti (Il conte d’Almaviva), il soprano Serena Gamberoni (La contessa d’Almaviva), il baritono Alessio Arduini (Figaro), il soprano Damiana Mizzi (Susanna), il mezzosoprano Paola Gardina (Cherubino), il basso Carlo Lepore (Basilio), il mezzosoprano Isabel De Paoli (Marcellina), il tenore Matteo Falcier (Bartolo), il tenore Riccardo Benlodi (Don Curzio), il soprano Letizia Bertoldi (Barbarina) e il basso Adriano Gramigni (Antonio). Una compagine vocale ben assecondata da un’Orchestra Cherubini arricchita dalla presenza di Li-Kuo Chang, prima viola della Chicago Symphony Orchestra.

Serata suggellata dai calorosi applausi rivolti a Muti e a tutti gli artisti impegnati, oltre che dall’affetto rivolto dal numeroso pubblico, dentro e fuori il teatro, al Presidente Mattarella.

Muti sagra malatestiana

Rivale di Lucia Ronchetti

Un paio di giorni dopo ci siamo immersi in un’atmosfera di tutt’altro segno seguendo Rivale, opera da camera per voce femminile, violoncello, ensemble di ottoni e percussioni della compositrice romana Lucia Ronchetti, proposta nell’originale Sala Pamphili del Complesso degli Agostiniani, luogo sempre suggestivo per la sua scarna ma monumentale essenzialità, da tempo tra le sedi più connotate dai percorsi di sperimentazione e dalle produzioni originali della Sagra.

Basata su un soggetto elaborato in francese da Antoine Danchet nel 1701, Rivale appare come un percorso onirico tracciato attraverso l’indagine del personaggio – unico e centrale – di Clorinda, principessa musulmana prigioniera e innamorata del proprio nemico Tancredi. Per usare le parole della stessa Ronchetti, la protagonista esprime «un carattere intenso che vive un conflitto insolubile tra onore e sentimento, vita interiore e vita attiva. La principessa musulmana diventa l’analista principale e la vittima designata del suo dilemma, quale guerriero che combatte contro gli invasori Crociati e quale giovane innamorata di Tancredi, il suo nemico. La Foresta incantata nella parte centrale è un luogo risonante dove pensieri, emozioni e tensioni interiori emergono e si concretizzano. Il francese fluido di Danchet presenta Clorinda, nel suo incessante processo di metamorfosi psicologica».

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Una materia drammaturgica densa per un lavoro commissionato per la riapertura della Staatsoper Unter den Linden di Berlino del 2017 e proposto in questa occasione in prima esecuzione italiana nell’ambito di un progetto più ampio che ha previsto, nei giorni precedenti l’esecuzione dell’opera, la partecipazione degli artisti coinvolti alle riprese di un film – che sarà proiettato in anteprima martedì 26 novembre al Cinema Fulgor di Rimini e negli stessi giorni al Roma Europa Festival – realizzato da Giulio Boato e prodotto dalla cinematografica Kublai Film, in collaborazione con San Marino International Music Summer Courses e con il sostegno di Rai.

Articolata in tre scene, questa opera da camera ha restituito i rovelli interiori della protagonista attraverso una traduzione musicale capace di miscelare differenti materiali stilistici, resi coerenti dal solido intarsio ritmico, ora tratteggiato in articolazioni serrate ora disteso in oasi più contemplative, che è parso quale dato connotante il lavoro della Ronchetti. Un elemento sul quale si sono innestati i caratteri timbrici di un organico originale, che ha coinvolto il New Music Theatre Ensemble, tra cui emergevano personalità come il violoncellista Roham de Saham, il trombonista John Kenny e il percussionista Roberto Rossi, tutti affidati alla direzione di Augusto Ciavatta. Un percorso narrativo dispiegato attraverso i pensieri, i dubbi e le passioni contrapposte – quella di guerriera e quella di amante – di Clorinda, qui incarnata dalla giovane voce di soprano di HsiaoPei Ku, capace di restituire le differenti sfaccettature del proprio personaggio con buon impegno.

Rivale Lucia Ronchetti

Un racconto musicale che ha attraversato i meandri psicologici della protagonista anche attraverso differenti rimandi stilistici, passando da rievocazioni indirette a richiami palesi, ora attingendo ad un variegato vocabolario contemporaneo ora omaggiando, per esempio, Monteverdi e il suo Orfeo. Una materia musicale miscelata con elegante misura dalla compositrice, presente in sala e salutata assieme a tutti gli artisti impegnati dagli applausi del pubblico presente.

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