La musica di Louise Farrenc per le donne

Il Palazzetto Bru-Zane festeggia la giornata internazionale della donna con le due Sonate per violino e pianoforte della compositrice francese 

Stéphanie-Marie Degand (violino), Marie-Josèphe Jude (pianoforte) 
Stéphanie-Marie Degand (violino), Marie-Josèphe Jude (pianoforte) 
Recensione
classica
Venezia, Palazzetto Bru-Zane
Concerto Louise Farrenc
08 Marzo 2019

Anche quest’anno il Palazzetto Bru-Zane non si dimentica della giornata internazionale della donna e lo fa, come da abitudine della casa, rendendo omaggio al talento multiforme di Louise Farrenc

Prima di far parlare la sua musica, Amaya Fernández Pozuelo ripercorre le tappe fondamentali del percorso umano prima ancora che artistico di questa compositrice ma anche didatta del pianoforte, ricercatrice e editrice. In contrasto con altre donne con le medesime aspirazioni – come ad esempio “Nännerl” Mozart ma anche Fanny Mendelssohn, scoraggiata in ogni modo possibile dal padre e dal fratello Felix, che la preferivano inappuntabile donna di casa – Louise Farrenc nata Dumont nel 1804 non ebbe una vita infelice né dovette lottare troppo per seguire i suoi vivaci interessi musicali. Anzi, la famiglia (di artisti, certo) le assicurò eccellenti maestri: fu iniziata allo studio del pianoforte da Anne-Elisabeth Cécile Soria, allieva di Muzio Clementi, e continuò con Ignaz Moscheles e Johann Nepomuk Hummel, prima di dedicarsi allo studio della composizione con Anton Reicha. Persino il matrimonio a 17 anni con il flautista marsigliese Aristide Farrenc si trasformò in una miniera di opportunità per la donna specie quando il marito decise di dedicarsi all’editoria musicale, diventando anche promotore dei suoi lavori. Se la morte della figlia Victorine nel 1859 spense la spinta a comporre, quella del marito invece la investì della missione di portare a compimento il monumentale progetto de Le tresor des pianistes, antologia in 23 volumi compilati in ossequio a criteri filologici e a un interesse storico per la musica antica in grande anticipo sui tempi. Nonostante l’apprezzamento di personalità come Berlioz e Schumann, la sua fama la dovette non tanto come compositrice ma nella formazione di giovani pianiste al Conservatorio di Parigi. E chissà che non riesca a riscrivere una pagina di storia della musica l’impegno del Palazzetto Bru-Zane, che promette un festival tutto dedicato alle donne in musica nel futuro prossimo. 

Per ora ci si deve accontentare solo di un piccolo assaggio nel concerto veneziano, che presenta le due Sonate per violino e pianoforte, le sole della Farrenc dedicate a un organico ancora piuttosto insolito nella produzione francese del 1855, data della pubblicazione dei lavori. La severa Sonata n. 1 in do minore del 1848 in tre movimenti rivela ancora un forte legame con la musica contemporanea d’oltre-Reno e certamente con il modello beethoveniano (anche Théophile Gautier notava che “è una pagina eccellente da aggiungere al catalogo delle sue opere, ed è scritta, come la maggior parte di esse, in uno stile severo e classico che ricorda i grandi maestri”). Di ispirazione più fresca la Sonata n. 2 in la maggiore in quattro movimenti dagli umori vari ma percorsi da una cantabilità e una leggerezza molto francesi (ma lo Scherzo del terzo movimento sembra uscito dalla penna di Mendelssohn). 
L’esecuzione affidata al violino di Stéphanie-Marie Degand e al pianoforte di Marie-Josèphe Jude presenta il dialogo fra i due strumenti con chiarezza di inciso e una certa assertività, che tende ad accentuare il carattere tedesco delle composizioni più di quanto non esalti le morbidezze francesi. 

Il pubblico accorso numeroso all’appuntamento è generoso di applausi e viene ricambiato dalle due musiciste con un fuori programma di Clara Schumann intonato all’occasione. 

 

 

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