È sempre una festa quando si apre un teatro. A due anni dall’avvio dei lavori, sono in molti a Heidelberg a prendere parte alla festa con curiosità e una punta di orgoglio (dopotutto i lavori sono stati finanziati per un buon terzo direttamemte da loro). Come prologo, una festosa processione officiata da Sigune von Osten che si snoda nelle strade della città e che coinvolge scuole di musica e danza, gruppi musicali e cori amatoriali e non, sotto il segno di John Cage, come dire che anche l’avanguardia può essere popolare. Per il battesimo della nuova sala la scelta è caduta sul “Mazepa”, non certo la più eseguita delle opere di Cajkovskij né la più gioiosa, ma adatta a coinvolgere un gran numero di esecutori per la festa scenica immaginata dalla regista Stöppler per il battesimo del palcoscenico. Deprivato di ogni riferimento storico, il cupo dramma storico puskiniano è ridotto a puro pretesto per una sorta di concerto scenico, che stenta a decollare nella prima parte, superficialmente e banalmente appiattita su moduli piuttosto convenzionali, e solo nella seconda rivela il gioco, con il coinvolgimento dei tecnici che letteramente spogliano interpreti e scena per mostrare nel finale il palcoscenico in tutta la sua nudità.
Decisamente più interessante la lettura musicale. Evidentemente vicino all’anima slava, il direttore bulgaro Kamdzhalov offre una lettura nitida e fosca della composita partitura, esaltandone i numerosi passaggi corali ma dando il giusto rilievo al dramma dei singoli. Ottime prove dell’orchestra guidata dal suo gesto autorevole e del coro preparato da Jan Schweiger. Buoni intrepreti in scena, sui quali, più che le professionali prove di Homann, Staber e Na, spiccano lo squillo tenorile di Vekua e la ‘mater dolorosa’ di Peshes. Accoglienza festosa.
Note: Nuova produzione. Altre rappresentazioni: 29 novembre, 2, 6, 10, 28 dicembre 2012, 6, 16, 25, 29 gennaio 2013.
Interpreti: James Homann (Mazepa), Wilfried Staber (Kociubej), Anna Peshes (Lyubov), Hye-Sung Na (Maria), Mikhail Vekua (Andrej), Michael Zahn (Orlik), Namwon Huh (Iskra/Un cosacco ubriaco)
Regia: Elisabeth Stöppler
Scene: Karoly Risz
Costumi: Katharina Gault
Orchestra: Philharmonisches Orchester Heidelberg
Direttore: Yordan Kamdzhalov
Coro: Chor und Extrachor des Theater Heidelberg
Maestro Coro: Jan Schweiger