IMS 4: Bilanci e nuove prospettive
Il convegno è finito
Recensione
classica
Il convegno è finito. Cerco di riordinare la quantità di stimoli, spunti,
sensazioni e nuove curiosità a cui sono stata esposta per sette intensissimi
giorni. I temi affrontati sono stati veramente tanti: dalle sessioni dedicate a
singoli autori (bellissimo il gruppo di lavoro su Stravinsky di venerdì
pomeriggio dove studiosi russi e statunitensi hanno collaborato fianco a fianco
con la stessa passione negli occhi; e chi come me è nato all’ombra della guerra
fredda e il muro di Berlino se lo ricorda bene, sa cosa vuole dire); a quelle
dedicate a temi caldi, come la didattica e il ruolo dei classici e del canone,
che ha ribadito l’importanza di un'educazione alta per tutti come conditio sine
qua non di una vera democrazia; a quelle storiche dedicate alla musica dei
secoli che ci hanno preceduto, la cui indagine ci spiega chi siamo e dove
stiamo andando. Tassello dopo tassello è apparsa l’immagine di una musicologia
aperta alle altre discipline, consapevole del proprio fondamentale ruolo all’
interno della costruzione della cultura e dell’individuo, di un essere che
possa dirsi "umano" nel senso più pieno del termine. Una musicologia capace di
catalizzare energie fresche in giro per il mondo, di tessere relazioni positive
e attive che non si esauriscono nell’entusiasmo del momento ma disegnano nuove
prospettive per la ricerca. Una musicologia che si interroga costantemente su
se stessa, sul proprio specifico naturalmente ma anche su come il proprio
specifico debba mettersi in relazione con il resto della cultura e della
società. Spero di leggere su queste pagine nei prossimi giorni i commenti di
chi ha partecipato a questo eccezionale convegno (ed eravamo davvero tanti!) e
anche di chi ha partecipato attraverso le mie parole e il resto della stampa.
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