Il sound di Maciste

Il gruppo rock Marlene Kuntz improvvisa dal vivo la colonna sonora del film muto "Maciste nella gabbia dei leoni" (1926) restaurato dal Museo del Cinema

Recensione
classica
Torino Film Festival Torino
26 Novembre 2007
L'edizione 25 del TorinoFilmFestival conferma una diffusa presenza di soggetti musicali, con "Lascia perdere Johnny!" (prima regia di Fabrizio Bentivoglio dedicata alle origini degli Avion Travel), il docu-film "Joe Strummer: the future is unwritten" di Julian Temple (sul frontman dei Clash), il ciclo sulle comunità italiane di cultura albanese e il biopic "Der rote Elvis" del tedesco Leopold Gruen (dedicato a Dean Ree, cantante rockabilly Usa finito malamente per la nuova vita nella comunista Ddr del 1973). Ma l'evento speciale, in collaborazione con il Museo del Cinema, è stato il concerto dei Marlene Kuntz, dal vivo, e improvvisando totalmente, davanti alla restaurata pellicola "Maciste nella gabbia dei leoni" (1926), con il vitalissimo Bartolomeo Pagano, lo scaricatore di porto genovese divenuto icona mascellare del cinema dell'era fascista. Cristiano Godano e i suoi erano con Gianni Maroccolo, il bassista/produttore di tanto colto rock indipendente italiano (i C.S.I. di Lindo Ferretti musicalmente erano lui). È raro che musicisti-compositori cresciuti nel rock osino mettersi in gioco nell'improvvisazione. Stremati dalla doppia stressante prova di condurre un discorso musicale e di non perdere il filo della narrazione cinematografica, i Marlene Kuntz hanno firmato una serata che ha dato a un film politicamente scorrettissimo (Guido Brignone sapeva girare e montare cinema, ma scherno dei selvaggi, maltrattamenti sul set di animali, disprezzo machista per le donne, poesia pelosa del poverello, moralismo a suon di botte ecc. non hanno niente a che fare con un classico) una dignità emotiva gigantesca. Sembrava un po' il Bill Frisell che ha sonorizzato Buster Keaton? a domanda nel backstage i Marlene Kuntz negano: però Bill Frisell lo ascolteranno domani.

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