Il recitar cantando di Thomas Becket

L'austera e antiretorica musica di Pizzetti trova in Raimondi un validissimo interprete, ben sorretto da Bartoletti, ma il resto non è allo stesso livello.

Recensione
classica
Teatro dell'Opera Roma
Ildebrando Pizzetti
17 Dicembre 2003
"Assassinio nella cattedrale" è tornato all'Opera con relativa frequenza (quattro volte dal 1958) ma sono passati quasi trent'anni dall'ultima rappresentazione, quindi era sconosciuto a gran parte del pubblico di questa prima, che lo ha ascoltato attentamente e applaudito educatamente, senza sembrare però troppo coinvolto. Eppure avrebbe ancora oggi un forte potenziale drammatico, che la pur valida esecuzione non ha totalmente colto. Gli incisivi recitativi del protagonista, le intonazioni gregorianeggianti dei chierici, le inflessioni da lauda popolare medievale del coro delle donne, il tono più mondano e insinuante dei tentatori, la vocalità aspra e aggressiva dei cavalieri, l'apparentemente umile lavoro dell'orchestra, che talvolta sembra quasi sopita in lunghi pedali di sostegno e talvolta avvolge e infiamma la parola, tutto contribuisce ad arricchire di sfumature un tono di fondo grigio, che non è certo monotonia ma è il veicolo di una asciutta tragicità e di una severa meditazione sull'uomo Thomas Becket e sull'umanità intera, che tiene lontane le lusinghe della retorica, del sentimentalismo e anche del misticismo. Ruggero Raimondi ha scavato nel testo poetico e lo ha innervato d'austera ma vibrante espressione e Bruno Bartoletti ha dato all'orchestra un'articolazione duttile e sempre partecipe al dramma. L'orchestra e il coro hanno dato un'altra inconfutabile prova dell'ottimo livello raggiunto. Ma hanno funzionato meno alcuni comprimari, che non hanno capito il "recitar cantando" di Pizzetti e hanno cercato di trasformarlo nella spiegata declamazione verista. E non ha funzionato troppo bene nemmeno la regia di John Cox, professionale ma incerta sulla via da prendere e oscillante tra staticità oratoriale e spunti realistici.

Note: Allestimento del Teatro Regio di Torino

Interpreti: Raimondi, Buffoli, Comencini, Morini, Palmieri, Floris, De Gobbi, Zanellato, Silvestrelli, Sburlati, Reale

Regia: John Cox

Scene: Giovanni Agostinucci

Costumi: Giovanni Agostinucci

Orchestra: Orchestra del Teatro dell'Opera

Direttore: Bruno Bartoletti

Coro: Coro del Teatro dell'Opera. Coro di voci bianche dell'Arcum diretto da Paolo Lucci

Maestro Coro: Andrea Giorgi

Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche

classica

Jonas  di Carissimi e Vanitas  di cinque compositori contemporanei hanno chiuso le celebrazioni per i trecentocinquanta anni dalla morte del grande maestro del Seicento

classica

Napoli: Dvorak apre il San Carlo

classica

Il primo pianista francese a vincere il Čajkovskij di Mosca conquista il pubblico milanese con un interessante quanto insolito programma.