«Io sono in un abisso di dubbi!»: alle prese con il primo soggetto non serio della sua fortunata carriera, è grande il tormento del poeta Metastasio: «Io non ho mai scritto satire in tutta la mia vita, e non ne scriverò mai». Eppure dalla sua penna uscirà uno dei testi più fortunati della rigogliosa vena parodistica del teatro in musica e delle sue idiosincrasie, cioè quell'
Impresario delle Canarie musicato da alcune delle grandi firme dell’epoca. Concepito in origine come intermezzo alla serissima
Didone abbandonata, nel gioco di specchi di
Mise en abyme ne diventa l’involucro per uno spiritoso saggio di arte drammatica da esibire allo smanioso impresario Nibbio, più interessato al cinguettante duello con la capricciosa primadonna per la gloria del suo teatro nelle esotiche Canarie.
Germinato sul tronco di due delle versioni nate dalla satira mestastasiana (Sarro e Martini) nelle due scorse stagioni, Lucia Ronchetti torna sulla scena con un lavoro che, già nell’immagine del titolo, vive ancora una volta di riflessi dal passato. Se per le novità si dovrà forse aspettare Mannheim a fine stagione,
Mise en abyme conferma piuttosto le scelte estetiche della compositrice: un’elaborata trama vocale di gusto madrigalistico, specie nei dialoghi fra il poeta e la sua coscienza, e trasparenti riverberi strumentali dei dialoghi scenici. Questi ultimi erano resi con lodevole precisione dai giovani strumentisti della Projektorchester diretti da Felice Venanzoni. La scena aveva un po’ il sopravvento sia per il peso delle voci sia per una regia (di Axel Köhler) molto spinta sulla commedia e insensibile al monito del poeta: «Non ridete con dire che la malattia è nelle ossa, perché la scelta d’un soggetto merita bene questa agitazione e questa incertezza». Divertimento, applausi.
Note: Prima rappresentazione assoluta. Commissione dell’Opera di Stato della Sassonia (Dresda). Date rappresentazioni: 22, 25, 26 febbraio, 1 marzo, 3, 5, 7 giugno 2015.
Interpreti: Sabine Brohm (Dorina), Yosemeh Adjei (Nibbio), Roland Schubert (Metastasio), Jennifer Riedel (Didone), Pavol Kubán (Enea), Julian Arsenault (Iarba), Dorothea Wagner (Voce 1), Julia Mintzer (Voce 2), Christopher Tiesi (Voce 3), Felix Schwandtke (Voce 4)
Regia: Axel Köhler
Scene: Arne Walther
Costumi: Frauke Schernau
Orchestra: Projektorchester
Direttore: Felice Venanzoni
Luci: Steffen Adermann