I colori del flauto magico
Mozart in scena a Padova
Recensione
classica
Con un nuovo allestimento, in coproduzione con il Teatro Sociale di Rovigo e Bassano Operafestival, prosegue la stagione lirica a Padova con Il flauto magico di Mozart. Del mondo incantato tracciato in un ipotetico Antico Egitto, Giulio Magnetto contrappone su due livelli scenici il rilucente regno di Sarastro, delimitato dalle porte dei tre templi ai quali ben presto Tamino si rivolge nel tentativo di salvare Pamina, a grigie ambientazioni suburbane per l’oscurità della Regina della notte. Al loro interno, la presenza di Papageno e delle tre dame risaltano per i colori accesi dei costumi, poco affini al tipo di ambientazione che risulta irrigidita dall’impianto registico elaborato da Federico Bertolani, spesso di un minimalismo al limite della cristalizzazione scenica. Tutti elementi che scorrono in secondo piano all’entrata di alcune delle voci del ricco cast internazionale. Non teme di certo i passaggi più impervi, nel ruolo della Regina della notte, il soprano greco Christina Poulitsi che si impone con spontaneità per precisione e potenza scenica al fianco di Ekaterina Sadovnikova, ancora una volta a Padova dopo l’apertura di stagione con I Capuleti e i Montecchi per imprimere con eleganti e intensi filati i sentimenti di Pamina.
A capo dell’Orchestra di Padova e del Veneto, il direttore Giuliano Betta riesce a coinvolgere l’intero cast dimostrando attenzione alla scrittura e competenza.
Interpreti: Sarastro - Wihelm Schwinghammer, Pamina - Ekaterina Sadovnikova, Tamino - Fabrizio Paesano, Regina della notte - Christina Poulitsi, Papageno - John Chest
Regia: Federico Bertolani
Scene: Giulio Magnetto
Costumi: Manuel Pedretti
Orchestra: Orchestra di Padova e del Veneto
Direttore: Giuliano Betta
Coro: Coro Lirico Veneto
Maestro Coro: Sergio Balestracci
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