I bambini all'opera non sono un'utopia

Giunta al suo sesto anno, l'iniziativa di "Opera domani..." è ormai una realtà pienamente vincente.

Recensione
classica
Teatro Comunale Bologna
Gioachino Rossini. Elaborazione musicale di Carlo Ballarini
29 Maggio 2002
Avete mai assistito a una recita operistica per le scuole? Io ne ho ricordi allucinanti, in vesti di studente. La cosa, si sa, funziona a fatica: l'impegno è onerosissimo per l'ente lirico, defatigante per i giovani spettatori, il più delle volte catapultati nel teatro senza una reale cognizione di quanto andranno a sorbirsi per un tempo superiore alle capacità di attenzione tipiche di quell'età. Molto più facile portare i ragazzi in piccoli gruppi ad assistere a recite "vere", ma la cosa è raramente fattibile. Dunque, gettiamo la spugna? Una soluzione assolutamente vincente sembra averla trovata il progetto "Opera domani...", un'iniziativa promossa dall'As.Li.Co. e dalla Regione Lombardia finalizzata (il nome è inequivocabile) ad allevare il pubblico operistico del futuro. Come? Adattando il testo alle capacità ricettive di spettatori totalmente estranei al mondo dell'opera e coinvolgendolo attivamente nello spettacolo. Detta così, la cosa potrebbe far storcere il naso ai "puristi"; e invece funziona, funziona benissimo, diventando uno spettacolo nello spettacolo. Ma andiamo con ordine. Tutto comincia con la scelta di un titolo teatralmente "forte": dopo "L'isola di Merlino" (Gluck), "Il flauto magico" (Mozart), "La Cenerentola" (Rossini), "Don Chisciotte" (Massenet), e "Falstaff" (Verdi) è toccato quest'anno al "Guglielmo Tell" di Rossini. Certo, non la partitura monumentale e musicalmente quanto mai complessa che conosciamo, ma una sua riduzione (80 minuti appena) che contiene tutti i momenti deputati (Ouverture, arie principali, cori, ballabili, concertati), raccordati da dialoghi parlati che dipanano opportunamente la vicenda. Anche l'orchestra è ridotta al minimo (15 elementi: legni, ottoni, fisarmonica e percussioni), così come l'apparato scenico, per potersi agevolmente spostare da una piazza all'altra come ai tempi dei Carri di Tespi. Scelto il titolo e attuata la riduzione della partitura, si scritturano poi i cantanti fra i giovani vincitori dei concorsi periodicamente banditi dall'As.Li.Co., sottoponendoli a una dura ma fruttuosa gavetta (anche 2 spettacoli al giorno, e in orario antemeridiano). Infine viene la fase più importante: quella didattica. Individuati gli insegnanti di scuola elementare e media che intendano partecipare al progetto con le rispettive classi, li si istruisce con una serie di incontri sui vari fronti: saranno loro a dover insegnare ai ragazzi tutto ciò che necessita sapere sull'opera in programma, fino a farne imparare interi passi che dovranno poi essere cantati in sede di esecuzione. Ed eccoci al gran giorno: il direttore entra in sala e si accattiva subito le simpatie del pubblico giovanissimo con un fare da animatore estivo; fa scaldare le voci, provando un paio fra i brani più complessi, e poi via: si attacca con la celeberrima Ouverture del "Guglielmo Tell". La regia ha ambientato tutto all'epoca della seconda guerra mondiale: pur senza disegnare svastiche, è chiara l'impronta nazista dei "cattivi". La stessa Ouverture viene risolta come colonna sonora a una proiezione perfettamente sincronizzata di spezzoni d'archivio, dai documentari dell'Istituto Luce a "Roma, città aperta", e i suoni del temporale rossiniano divengono facilmente quelli di terribili bombardamenti sui civili. Le immagini, potenziate dalla musica, sono impressionanti: anche questo è "far scuola" ai giovani. Poi s'apre il sipario, e la vicenda comincia. Di tanto in tanto, le luci si accendono in sala e i ragazzi, ognuno col proprio spartito in mano, intonano il coro di turno sotto il gesto trascinante del direttore, con un tempismo e una sicurezza che farebbe pensare a giorni interi di prove. Ecco, appunto: lo spettacolo nello spettacolo; ed è commovente sentir intonare l'inno conclusivo alla libertà da 600 bambini venuti diligentemente a fare il loro dovere di spettatori-esecutori. Al termine, applausi cordialissimi per gli interpreti professionisti (alcune buone voci da tener d'occhio); festa per tutti, naturalmente, tranne che per Gessler, accolto da una salva di "buuuh": nessun bambino applaudirebbe mai il cattivo della situazione! Concludendo: se pensiamo al costo di una simile operazione (neppure paragonabile a quello di uno spettacolo operistico "en titre") e a quante decine di migliaia di bambini e adolescenti ha saputo coinvolgere attivamente in un numero impressionante di repliche che hanno raggiunto anche piazze di nicchia, viene da chiedersi perché simili operazioni continuino a vivere come mosche bianche. Sono questi, insieme ad altre iniziative analoghe, i veri investimenti sulla musica e sulla cultura in genere, troppo spesso snobbati da chi, con poco, potrebbe essere in grado di fornir ad essi un grande aiuto. Un plauso, quindi, agli organizzatori del progetto (Carlo Delfrati in testa) e agli amministratori dei 15 teatri che hanno avuto la lungimiranza di ospitare e promuovere l'iniziativa fra le loro mura. Gli altri non sanno quali potenzialità di rinnovamento nel pubblico si stanno perdendo.

Note: Rappresentazioni: Saronno, Teatro Giuditta Pasta, 24, 25, 26, 27 marzo 2002 Vigevano, Teatro Cagnoni, 5 aprile 2002 Varese, Teatro di Varese, 7, 8 aprile 2002 Piacenza, Teatro Municipale, 16 aprile 2002 Bormio, Teatro Pentagono, 19 aprile 2002 Ravenna, Teatro Alighieri, 24 aprile 2002 Cremona, Teatro Ponchiellim 29, 30 aprile 2002 Pavia, Teatro Fraschini, 3 maggio 2002 Como, Teatro Sociale, 6, 7, 8, 9, 10 maggio 2002 Brescia, Teatro Grande, 13 maggio 2002 Milano, Auditorium Don Bosco, 15, 16, 17, 18, 20, 21 maggio 2002 Trento, Centro Santa Chiara, 23, 24 maggio 2002 Fermo, Teatro dell'Aquila, 27 maggio 2002 Bologna, Teatro Comunale, 29 maggio 2002 Bergamo, Teatro Donizetti, 30, 31 maggio 2002

Interpreti: Claudio Catalano, Ricardo Mirabelli, Carlo Maria Cantoni, Myung Won Han, Beatrice Greggio, Jelena Lagger, Gabriella Stimola, Francesca Valeri, Carlos Esquivel, Alessia Di Cencio, Alessandro Albertin (attore), Michele Fontana (attore)

Regia: Serena Sinigaglia

Scene: Maria Spazzi

Costumi: Giovanna Avanzi

Orchestra: Orchestra Stabile di Comi

Direttore: Alessandro D'Agostini

Coro: Coro As.Li.Co.

Maestro Coro: Alfonso Caiani

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