Händel nel MiTo
MiTo accoglie Antonio Florio e il suo ensemble per una serenata di Händel
Recensione
classica
Oggi ai matrimoni si usa regalare lavatrici. Nel Settecento si faceva dono di una serenata composta da Händel. Che poi, gli elettrodomestici prima o poi si rompono, mentre i capolavori della musica rimangono per sempre (salvo antipatici collezionisti o biblioteche in fiamme). Nel caso di Aci, Galatea e Polifemo siamo di fronte ad uno dei lavori più ispirati del compositore durante il soggiorno a Napoli. Bene ha fatto MiTo a recuperare questo lavoro e affidarlo al complesso (napoletano, of course) della Cappella della Pietà de’ Turchini diretta da Antonio Florio: certo, il Teatro dell’Arte non è forse il luogo più indicato per una serenata-cantata, ma l’acustica ha retto tutti chiaroscuri dell’interpretazione di Florio e del suo splendido ensemble. Il quale, prima che una compagine altamente affiatata, è soprattutto un laboratorio per veri musicisti che della prassi storicamente informata hanno fatto una palestra musicale delle più agguerrite. I tre protagonisti, alle prese con alcune delle arie tra le più impervie di Handel, hanno seguito ed esaltato il lavoro di concertazione di Florio: così Roberta Invernizzi (a sostituire l’indisposta Maria Ercolano), della quale manterremo eterno ricordo del filo di voce col quale ha chiuso il ‘da capo’ di «Verso già l’alma col sangue»; così pure Romina Basso, mezzo dalle tinte scure (alle volte un po’ intubate) che pure ha talento da vendere e un virtuosismo mai fine a se stesso; Raffaele Costantini ha dovuto affrontare la parte gravissima di Polifemo, e lo ha fatto caricando al punto giusto gli estremi di una linea vocale non sempre a fuoco. Grande successo, anche se molti erano all’Alcatraz per l’appetitosa jam session di Zorn, Reed e Ribot.
Interpreti: Roberta Invernizzi (Aci) Romina Basso (Galatea) Raffaele Costantini (Polifemo)
Orchestra: Cappella della Pietà de' Turchini
Direttore: Antonio Florio
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