Gli esotismi operistici del Palazzetto Bru Zane
A Venezia la rassegna d’autunno intitolata “Mondi riflessi” si apre con Jodie Devos e Éléonore Pancrazi in un accattivante recital di arie e duetti da opere di soggetto esotico
Apertura col sorriso per “Mondi riflessi”, la rassegna d’autunno che apre la stagione veneziana del Palazzetto Bru Zane. “Viaggio onirico” è il titolo scelto per il concerto inaugurale, che ha luogo insolitamente nella piccola sala del Palazzetto e non nella più capace Sala capitolare della vicina Scuola Grande di San Giovanni Evangelista destinata invece al secondo concerto con il duo pianistico Guillaume Bellom e Ismaël Margain.
Più che un viaggio onirico, la preziosa antologia di arie e duetti da opere in gran parte dimenticate è un viaggio nel gusto di un’epoca – gli anni a cavallo fra fine Ottocento e inizio Novecento – in cerca di evasione a tutti i costi. Pressoché bandite le storie nella Francia dell’epoca, impresari e compositori assecondano l’interesse del pubblico investendo in soggetti ambientati in terre esotiche o comunque in un “altrove” spaziale o temporale, che magari molto spesso è solo una tela dipinta, che ripropone situazioni piuttosto consuete nell’operismo di scuola francese. In effetti, l’esotismo si coglie soprattutto nei titoli – La Guzla de l’Émir, Lakmé, La Créole – o nei nomi dei personaggi – Fatmé, Mirza, Tefida – quando non si scelgono storie di avventure di mare o di terra – Vasco de Gama di un inedito Bizet, Robinson Crusoe di un Offenbach in vena di evasione dallo sberleffo classico o dalle atmosfere romantiche.
Escluse la celebre Habanera dalla Carmen di Bizet e il delizioso duetto dei fiori dalla Lakmé di Léo Delibes, il resto del programma presenta delle autentiche rarità, come da tradizione della casa, tratte da lavori pochissimo noti di compositori comunque spesso presenti nei programmi del Palazzetto Bru Zane come Theodor Dubois, Félicien David, André Messager. Rarità sono presentate anche per i più noti Jacques Offenbach e Jules Massenet: il primo con il divertente “duo de l’amitié” da La Créole e la delicata berceuse dal Robinson Crusoe e il secondo con il sognante duetto fra Maritana et Lazarille dal Don César de Bazan. Nel programma compare anche una personalità finora inedita come la compositrice Marguerite Olagnier, la cui vita è di per sé un campionario di esotismo. Esordi come cantante col nome d’arte di Marguerite Joly a Parigi, Baden-Baden e Marsiglia e, dopo l’ingaggio al Teatro del Cairo, sposa nel 1872 Eugène Olagnier-Bey, consigliere politico del khedivé Ismail Pascià. Dopo un silenzio durato una decina di anni, torna sulle scene come compositrice del “racconto arabo” in quattro atti Le Saïs che conosce un certo successo dopo il debutto nel parigino Théâtre de la Renaissance del 1881. Proprio da quest’opera il programma ripropone la Romanesca di Tefida, ma c’è da giurarci che la riesumazione della produzione della Olagnier al Palazzetto Bru Zane non si fermerà.
L’accattivante programma è affidato a due giovani ma già affermate interpreti della scena lirica come il soprano Jodie Devos, autentico talento nel repertorio leggero francese, e Éléonore Pancrazi, interprete versatile e di eccellenti doti vocali. Con la loro simpatia e musicalità anche un palcoscenico angusto come quello del Palazzetto si trasforma per i 90 minuti del concerto in una vera scena d’opera. L’accompagnamento è assicurato dal gusto raffinato di un pianista François Dumont, che si prende tutta la scena per i due momenti solistici con gli esotismi iridescenti di “Pagodes” da Estampes di Claude Debussy e quelli spagnoleschi di “Alborada del gracioso” da Miroirs di Maurice Ravel.
Sala al completo per un festival che si apre sotto i migliori auspici. Per gli assenti, il concerto sarà diffuso su Bru Zane Replay dal prossimo 21 novembre.
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