Gli elementi del Tancredi

L'opera rossiniana in una nuova produzione a Mannheim

Recensione
classica
Nationaltheater Mannheim Mannheim
Gioachino Rossini
16 Gennaio 2016
Che un teatro tedesco metta in scena un’opera seria di Rossini è di per sé già una buona notizia: a parte le solite eccezioni buffe di “Barbiere” e “Cenerentola” e quella seria di “Guillaume Tell” (grazie particolarmente all’ascendenza schilleriana), la produzione del pesarese è pressoché ignorata. L’altra buona notizia è che allo sconosciutissimo “Tancredi” allestito dal Nationaltheater di Mannheim il pubblico è finora accorso numerosissimo a tutte le recite accolte con grande calore. Ciò premesso, qualche ostacolo “strutturale” al radicamento nel repertorio di questo paese resta: una drammaturgia musicale sostanzialmente estranea al dettato wagneriano e una vocalità complessa che esige cantanti specialisti e che cozza con la rigidità dell’organizzazione locale con compagini fisse di non specialisti (fatto salvo qualche grande teatro con maggiori disponibilità budgetarie). Da questo punto di vista il “Tancredi” di Mannheim è una conferma. Marie-Belle Sandis è un Tancredi corretto ma manca della statura eroica che il ruolo imporrebbe e i limiti si vedono tutti nella grande scena del secondo atto “Sì con voi pugnerò” della variante ferrarese del 1813. Funziona meglio nei duetti con Amenaide, Tamara Banjesevic, la più convincente sul piano stilistico e interpretativo. L’unico specialista sulla carta, Filippo Adami, non ha lo smalto vocale del tenore rossiniano ma, pur con qualche forzatura nel registro acuto, è funzionale al ruolo del padre Argirio. Fra gli altri, si fa notare la freschezza di Ji Yoon nell’arietta di sorbetto di Roggiero “Torni alfin ridente e bella” del secondo atto. La direzione musicale dai toni crepuscolari di Rubén Dubrovsky è specialmente attenta a sostenere il canto ma piuttosto avara di colori e soprattutto dei tipici slanci rossiniani. La messa in scena firmata da Cordula Däuper ha soprattutto il pregio della linearità nell’esposizione della vicenda (qui nella versione con finale tragico), tralasciando ogni orpello anche nella scenografia essenziale e “materica” di Ralph Zeger costruita sui quattro elementi: la terra, che ricopre la piattaforma al centro della scena come metafora dei legami, l’acqua che piove copiosa sulla melanconia di Amenaide, il fuoco della furiosa battaglia di Tancredi contro i saraceni e l’aria spessa di vapori della Siracusa immaginaria teatro della vicenda. Nel complesso l’incanto di questa partitura giovanile di Rossini si sente tutto e il pubblico, come detto, ha risposto con calore.

Note: Nuovo allestimento del Nationaltheater di Mannheim. Date rappresentazioni: 4, 8, 20 dicembre 2015; 6, 16 gennaio; 17, 24 marzo; 15 aprile 2016.

Interpreti: Filippo Adami (Argirio), Marie-Belle Sandis (Tancredi), Sung Ha (Orbazzano), Tamara Banješević (Amenaide), Julia Faylenbogen (Isaura), Ji Yoon (Roggiero)

Regia: Cordula Däuper

Scene: Ralph Zeger

Costumi: Sophie du Vinage

Orchestra: Orchester des Nationaltheaters Mannheim

Direttore: Rubén Dubrovsky

Coro: Coro Isabella Colbran

Maestro Coro: Francesco Damiani

Luci: Damian Chmielarz

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