Faust nostro contemporaneo
Riflessioni sul lavoro di Andrea Liberovici
Si può a questo proposito citare lo spettacolo “Faust’s box” del quale Andrea Liberovici ha firmato testo, musica e regia e che il Teatro Stabile di Genova ha recentemente prodotto. Figlio d’arte, formatosi come compositore a Venezia e a Torino e come attore alla Scuola dello Stabile genovese, Liberovici ha affrontato il teatro da angolazioni diverse, collaborando spesso con personalità di rilievo come Edoardo Sanguineti. «Non c’è, sia chiaro – ha spiegato Liberovici – l’ambizione di una riscrittura del Faust goethiano. A me interessano le domande di fondo che un testo del genere pone. Chi è Faust oggi? Ho cominciato a interrogarmi dopo aver realizzato un “Ur-Faust” anni fa con Ugo Pagliai e la Gassman». Una ricerca che ha portato Liberovici a creare, tempo fa, “Mephisto’s songs” narrato da Bob Wilson e con la voce di Helga Davis, applaudito all’Apollo Theater di New York. Da lì il passaggio al nuovo spettacolo è stato breve.
“Faust’s box” è un viaggio nell’anima, nella mente di un Faust (o di un Mefistofele) di oggi, chiuso nella propria solitudine, dominato dalla tecnologia, condannato a rapporti unicamente virtuali. Solo al termine del viaggio, cadenzato da tredici “stazioni”, in un percorso tra il drammatico e l’ironico, le luci che illuminano parte del pubblico consentono a Faust di ritrovare un contatto fisico rispecchiandosi in altri volti umani. Liberovici costruisce il suo Faust facendo ricorso a svariati mezzi linguistici: la parola, il suono elettronico, la musica acustica, le proiezioni video, l’animazione grafica, la gestualità. Il tutto organizzato con una totale padronanza tecnica. Interessante la partitura musicale (articolata in tredici scene/movimenti) che mescola pop e “colto” con leggerezza e verve. E splendida la prova degli interpreti. Helga Davis è una cantante di straordinaria classe, domina la scena con notevole autorevolezza. Con lei il gruppo strumentale dell’Ars Nova Ensemble diretto dall’ineccepibile Philippe Nahon.
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