Che potesse esistere un Gluck non “riformista” era al più una questione per musicologi curiosi o musicisti eccentrici fino a pochi anni fa. Il boom della musica barocca (tracimato ai pre-classici) da un lato e la necessità di allargare un repertorio operistico a rischio asfissia dall’altro, ispirano meritorie riesumazioni che colmano i non pochi vuoti nella cronologia tradizionale dei programmi operistici. Tornando a Gluck, per la prima volta l’Oper Frankfurt presenta “Ezio”, melodramma metastasiano fertilissimo a svariati compositori, nella prima versione praghese del 1750, ossia 12 anni prima dell’“Orfeo ed Euridice”. La produzione francofortese aveva numerosi pregi. In primo luogo, poteva contare su un regista sensibile e elegante, Vincent Boussard, che lavorava sul verso metastasiano con cura insolita per dare il giusto equilibrio fra le arie e i lunghi recitativi. La rilevanza della parola era sostenuta anche dalle linee essenziali e astratte della scena di Kaspar Glarner, arricchite dalla sontuosità degli ariosi costumi di Christian Lacroix e dai cromatismi delle espressive luci di Joachim Klein. Cruciale per la riuscita un cast di ottimi interpreti vocali, su cui primeggiava Sonia Prina, interprete maggiore sia per la chiarezza della dizione che per la varietà di affetti espressa dal suo solido virtuosismo vocale. Inappuntabili musicalmente anche Max-Emanuel Cencic, sulla carta Valentinano ideale ma un po’ sottotono in scena, e Paula Murrihy, che si vorrebbe meno trattenuta. Molto bene anche Beau Gibson, Sofia Fomina e Simon Bode. Impegnato soprattutto a lavorare su un suono “autentico”, il direttore Christian Curnyn passa brillantemente la prova, sostenuto dagli ottimi strumentisti dell’orchestra dell’Oper Frankfurt. Accoglienza calorosa, numerose chiamate.
Note: Nuovo allestimento. Altre rappresentazioni: 14, 17, 22, 24, 29 novembre e 7 dicembre 2013.
Interpreti: Max Emanuel Cencic (Valentiniano), Sonia Prina (Ezio), Paula Murrihy (Fulvia), Sofia Fomina (Onoria), Beau Gibson (Massimo), Simon Bode (Varo)
Regia: Vincent Boussard
Scene: Kaspar Glarner
Costumi: Christian Lacroix
Orchestra: Frankfurter Opern- und Museumsorchester
Direttore: Christian Curnyn
Luci: Joachim Klein (video: Bibi Abel)