Essenziali meditazioni in musica
Per la Pasqua la Toscanini diretta da Onofri ha offerto un percorso tra canto gregoriano, la polifonia di Josquin Desprez e il Requiem di Mozart
In occasione della Pasqua appena trascorsa la Filarmonica Toscanini diretta da Enrico Onofri ha proposto venerdì 15 aprile all’Auditorium Paganini di Parma – e poi sabato 16 aprile al Teatro Fraschini di Pavia – un concerto che ha offerto una significativa ed essenziale riflessione in musica.
Un’opportunità per condividere un intenso percorso al tempo stesso storico-culturale e stilistico-musicale, che dalle suggestioni gregoriane evocate grazie all’Introito Requiem Aeternam, proposto in apertura di programma dalla Schola Gregoriana Ghislieri diretta da Renato Cadel, ci ha condotti alla densità polifonica racchiusa nell’emblematico brano Nymphes des bois, La dèploration de la mort de Johannes Ockeghem di Josquin Desprez, per concludere con la sempre coinvolgente atmosfera espressiva del Requiem in re minore per soli, coro e orchestra K 626 di Wolfgang Amadeus Mozart.
Un tracciato d’ascolto che ha avuto il merito di porre a confronto diretto alcune delle differenti modalità con le quali l’arte musicale si è confrontata con il tema della morte, un cammino lungo le metamorfosi linguistico-stilistiche plasmate in secoli diversi sulla scorta di una riflessione profonda che lega attraverso l’intrecciarsi dei suoni tensioni religiose e spirituali da un lato e individuali indagini interiori dall’altro, in uno stretto e immanente dialogo tra limite umano e pensiero trascendente.
Così, dalle suggestioni liturgiche disciolte con efficace misura nel canto gregoriano espresso dai componenti della Schola Ghislieri guidata da Cadel, siamo entrati nella preziosa atmosfera del brano che Josquin Desprez ha composto nel 1497 in occasione della morte del proprio maestro Ockeghem, così come lo stesso Ockeghem aveva fatto in precedenza componendo una sorta di ballata funeraria dedicata alla scomparsa del musicista borgognone Binchois. Un gesto al tempo stesso simbolico e sostanziale, che Desprez ha risolto in Nymphes des bois plasmando una pagina dalla raffinata costruzione compositiva, esempio tra i più illuminanti della sua capacità di fondere il complesso intreccio polifonico di scuola fiamminga a un andamento melodico cantabile nutrito di tradizione italiana.
Caratteri che la direzione di Onofri ha saputo restituire attraverso una misura che ha valorizzato l’essenza di una composizione capace di rievocare ad ogni ascolto il fascino intatto di suggestioni al tempo stesso arcaiche e modernissime. Un approccio che abbiamo ritrovato, inoltre, anche nel Requiem mozartiano, opera che, al di là delle naturali differenze stilistico-strutturali, ha beneficiato anch’essa in questa occasione di quella essenziale pulizia di lettura che lo stesso Onofri ha impresso all’esecuzione della Filarmonica Toscanini e del coro Universitario del Collegio Ghislieri di Pavia diretto da Luca Colombo.
Ed è proprio nell’affinità espressiva emersa dalla fusione delle due compagini, unite in un dialogo solo all’inizio della pagina di Mozart un poco sbilanciato in termini di volumi in favore dell’ensemble strumentale, che abbiamo rintracciato uno dei caratteri più interessanti di questa lettura, guidata dal direttore con passo stringato e asciutto al tempo stesso, capace di ripulire il tracciato espressivo mozartiano da densità ridondanti e presentandolo nella sua coinvolgente essenzialità. Una lettura che ha trovato anche nei solisti impegnati un quartetto di interpreti decisamente efficaci, a partire dalla voce di soprano di Rosalia Cid e in quella di basso di Luca Tittoto, adeguatamente completate dal tenore Dave Monaco e dal mezzosoprano Sharon Carty.
Alla fine applausi convinti da parte del pubblico presente all’Auditorium Paganini, che ha salutato gli artisti impegnati con un calore ripagato da un bis – al dire il vero alquanto superfluo – del Lacrimosa mozartiano.
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