Epicurea ma non dannata

Matteo D'Amico e Sandro Cappelletto vincono la scommessa di riportare in vita l'opera comica

Recensione
classica
Teatro Bellini Palermo
Matteo D'Amico
01 Dicembre 2004
L'opera contemporanea sta battendo le strade più diverse, ma la commedia è stata quasi completamente accantonata. Ora Matteo D'Amico, con la stimolante complicità librettistica di Sandro Cappelletto, ha raccolto la sfida di scrivere un'opera comica, ripartendo addirittura dalla Serva padrona, trasportata in epoca moderna: lui è un maturo manager, lei una giovane stagista. C'è anche un terzo personaggio, che da fuori scena commenta la vicenda: è un rilevatore Istat, che snocciola dati statistici sull'eros degli italiani, da cui emerge che tutti, anche quando crediamo d'agire liberamente, non siamo che percentuali di un'indagine Istat. L'intermezzo di Pergolesi è solo un punto di partenza che scompare nella lontananza plurisecolare, mentre un riferimento più vicino è il Falstaff (da lì viene il titolo di questa Dannata epicurea) per la comicità amara e per la scrittura vocale che va dal declamato al canto melodico, muovendosi rapidamente tra tutte le sfumature intermedie, e per il rapporto elastico e mobilissimo tra voci e strumenti. Questi riferimenti a opere del passato valgono solo come esempi noti al lettore, perché la scrittura di D'Amico è moderna e soprattutto personale, cosicché non la si può inquadrare in nessuna corrente precisa. Si fonda su un raffinato artigianato musicale, raggiungendo uno stile personale che assorbe anche le citazioni di un recitativo secco settecentesco, di un tango alla Piazzola, di un valzer sbilenco un po' mahleriano. E' una musica che offre continuamente spunti interessanti, per un'ora e un quarto che passa rapidamente e piacevolmente: la scommessa di rifare un'opera comica è vinta. D'Amico ha trovato interpreti ideali nel soprano Patrizia Zanardi, nel baritono Roberto Abbondanza e in Fabio Maestri, ormai un direttore di riferimento per la musica contemporanea italiana. Massimo Venturiello è il rilevatore Istat (voce recitante) e anche l'autore dell'indovinata regia. Ma lo spettacolo è fatto soprattutto dalle videoproiezioni di Carlo Fiorini e Daniele Spisa, un piccolo prodigio di tecnica, fantasia e umorismo, che facevano muovere e vivere il semplicissimo impianto scenico.

Note: PRIMA ESECUZIONE ASSOLUTA. Nuovo allestimento

Interpreti: Patrizia Zanardi, Roberto Abbondanza, Maaimo Venturiello

Regia: Massimo Venturiello

Scene: Carlo Fiorini e Daniele Spisa

Orchestra: Gruppo Strumentale del Teatro Massimo

Direttore: Fabio Maestri

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