Due ventenni: Henze e Weill

Prima italiana dell'opera di esordio di Henze, composta nel 1948 ma ampimente rimaneggiata nel 1964: è il doveroso omaggio del cantiere di Montepulciano al suo fondatore ma è soprattutto la scoperta di un lavoro già riuscitissimo, che rivela subito il grande talento teatrale dell'autore, in più con una concisione e una leggerezza che talvolta non si riscontrano nelle sue ultime opere.

Recensione
classica
Cantiere Internazionale d'Arte di Montepulciano Montepulciano
Henze
15 Luglio 2006
Das Wundertheater è la prima opera di Henze, ma inizialmente i suoi personaggi recitavano e fu interamente musicata solamente dodici anni dopo: dunque unisce l'effervescenza della giovinezza e la maestria della maturità. Inoltre il sud solare e beffardo del libretto tratto da Cervantes si unisce al nord della cupa deformazione grottesca, della feroce critica sociale e della forza di trasportare il "particulare" su un piano metafisico. Se appare un piccolo capolavoro è anche grazie alla regia di Alfred Kirchner. Ogni personaggio è fissato fin dal suo ingresso in un ritratto caricaturale alla Otto Dix, formando uno zoo umano cha fa ridere verde ma fa anche paura e ribrezzo per la sua ipocrisia e meschinità, tanto che si tira quasi un respiro di sollievo quando alla fine, con un coup de théâtre, si apre la grande porta sul fondo e appare la morte con la sua falce a fare piazza pulita di tutti e tutto. In fin dei conti questo Henze col suo postespressionismo è molto vicino al Mahagonny Songspiel, teatralizzazione in formato cabarettistico di una serie di poesie di Brecht, musicate da Weill e collegate da brevi interludi strumentali. La differenza è che Henze non rinuncia a uno stile musicale alto mentre Weill è volutamente volgare. La regia di Kirchner è anche qui esemplare, unendo la lucidità di una ferocia intellettuale volterriana all'intrattenimento volutamente volgare, che è un sottinteso atto d'accusa per lo spettatore borghese della repubblica di Weimar (e anche della nostra repubblica televisiva). Gioco di squadra superlativo degli interpreti, bravissimi come attori (qui si apprezza la grande esperienza di Kirchner come regista di prosa) e impeccabili come cantanti (in questo si vede il risultato della precisione spinta fino alla pignoleria di Latham-Koenig).

Note: nuovo allestimento

Interpreti: P.O'Brian, A. Albrecht, R. Wiegold, G. Davies, M. Raval, S. Boden

Regia: Alfred Kirchner

Scene: Maria Elena Amos

Costumi: Maria Elena Amos

Orchestra: Young Janacek Philharmonic Orchestra

Direttore: Jan Latam Koenig

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