Due storie dalla diaspora

A Heidelberg dittico di opere di Weinberg e Korngold

Recensione
classica
Theater Heidelberg, Germania
28 Maggio 2017
Difficile immaginare due mondi più lontani come quelli visti rappresentati nelle due brevi opere allestite nella piccola scena del teatro di Heidelberg. La prima, “Pozdravlyayem!” (Congratulazioni!), mette in musica il lavoro teatrale “Mazel Tov” del 1889 di Sholem Aleichem, geniale scrittore yiddish (sulle sue storie si basò il musical “Il violinista sul tetto”), una sorta di ritratto delle classi umili con fermenti di lotta di classe ancora in fase embrionale e comunque stemperati nei toni della commedia. Ripescato nella Russia post-rivoluzionaria degli anni ’20, il testo di Aleichem tarderà qualche decennio prima di essere trasformato da Weinberg in libretto per la sua opera – un interessante incrocio fra vitalismo ritmico alla maniera di Shostakovich e melodismo popolare di matrice russa – che vedrà la luce nella Mosca del crepuscolo sovietico del 1983. La seconda, “L’anello di Policrate”, è l’opera del debutto del diciassettenne Erich Wolfgang Korngold nella Vienna post-imperiale e ne porta già il marchio di fabbrica nel melodismo rigoglioso (fra Strauss e Puccini) e nell’orchestrazione lussureggiante. Da Erodoto via Schiller, l’atto unico mette in scena la storia di un Policrate moderno, il compositore Wilhelm Arndt, fortunato da far schifo, cui l’amico non troppo amico (e francamente fin troppo sfigato) Peter consiglia di sacrificare qualcosa per non alienarsi il favore degli dei, mettendogli la pulce nell’orecchio su una eventuale infedeltà della amatissima moglie Laura. Scoppia la tempesta nel bicchier d’acqua della serena felicità della coppia e alla fine si decide di rinunciare all’amicizia del malevolo Peter. Se un legame esiste, è comunque nel dato biografico dei due compositori, entrambi ebrei ed entrambi esuli dai rispettivi paesi d’origine per la diaspora provocata dalle tragiche vicende storiche del continente europeo: dalla Polonia all’Unione Sovietica il primo e dall’Austria agli Stati Uniti il secondo. Su questi legami si sviluppa la semplice ma efficace produzione firmata da Yonas Kim: una scena fissa su due livelli con proiezioni di immagini della Russia degli umili alla Chagall per “Congratulazioni!” e cinematograficamente hollywoodiane per il “Policrate”. Il trionfante ottimismo di Korngold – con chiare allusioni ai successi della sua carriera americana – è stemperato da squarci musicali (gli accordi iniziali del Concerto per pianoforte dello stesso Korngold) che richiamano in scena gli umili di Weinberg come segno indelebile della tragedia di un popolo. Molto curata la realizzazione musicale guidata da Olivier Pols. La giovane compagine vocale nel complesso funziona con qualche merito in più, senza far torto agli altri, per il baritono Ipca Ramanovic (Chaim e Peter) e il tenore Alexander Geller (Arndt).

Note: Nuova produzione del Theater und Orchester Heidelberg. Date rappresentazioni: 28 maggio, 7, 17, 20, 30 giugno, 10 luglio 2017.

Interpreti: [POZDRAVLYAYEM!] Gloria Rehm (Fradl, cameriera), Elisabeth Auerbach (Bejlja, cuoca), Ipca Ramanovic (Chaim, servitore dei vicini), Winfrid Mikus (Reb Alter, libraio ambulante), Irina Simmes (Madame); [DER RING DES POLYKRATES] Alexander Geller (Wilhelm Arndt, maestro di cappella di corte), Irina Simmes (Laura, la moglie), Namwon Huh (Florian Döblinger, timpanista e copista), Gloria Rehm (Lieschen, cameriera di Laura), Ipca Ramanovic (Peter Vogel, l’amico di Wilhelm), Stanislav Novitskiy (pianista)

Regia: Yona Kim

Scene: Margrit Flagner

Costumi: Margrit Flagner

Orchestra: Philharmonisches Orchester Heidelberg

Direttore: Olivier Pols

Luci: Lars Mündt

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