Dorian Gray a Bratislava
La nuova opera della compositrice Lubica Cekovská
Recensione
classica
Dorian Gray, il personaggio protagonista dell’omonimo romanzo d’Oscar Wilde, è il protagonista dell’opera della compositrice slovacca Lubica Cekovská, che ha avuto la sua prima assoluta a Bratislava. È un’opera in tre atti, che adotta un linguaggio non nuovo, molto vicino alla musica da cinema. Quel declamato accompagnato che tanto ricorda Giancarlo Menotti e Benjamin Britten non affonda le radici nel recitar cantando ma è un tratto culturale autoctono: infatti si rifà alla sonorità del recitato in lingua slovena. Gli echi di Šostakovic nei ritmi incalzanti delle percussioni come quello di Rimskij-Korsakov ricordano la matrice slava della compositrice, che ha composto per i cambi di scena della piattaforma rotante ritmi vicini alle musiche circensi. La musica di Lubica Cekovská sa sottolineare i momenti drammatici, in particolare con il brano pre-registrato del coro di voci bianche: un lamento straziante che rivela i tormenti del cinico protagonista che spinge alle estreme conseguenze l’edonismo, coltivando la rottura del perbenismo borghese del puritanesimo vittoriano.
La messa in scena è quanto di più classico si possa immaginare con le luci non sempre a punto. L’unica trovata è la scenografia rotante in tre quadri, metafora della circolarità del percorso del protagonista che allontana ma non sfugge all’invecchiamento.
Alla fine, fiori per tutti. Per la compositrice, sono necessari ben due valletti: le mettono in mano perfino un regalo in busta! Involontario elemento comico, i mazzi sul palcoscenico (la tomba di Gray?): calpestati, d’intralcio alle uscite per gli applausi….
Interpreti: Sybil Vane: Helena Becse-Szabó Mrs. Leaf: Terézia Kružliaková Madam: Denisa Hamarová Dorian: Erik Fennell Alan Campbell: Róbert Remeselník James Vane: Ján Ďurčo Basil: Ján Galla Lord Henry: Aleš Jenis
Regia: Nicola Raab
Scene: Annemarie Legenstein
Costumi: Alix Burgstaller
Orchestra: Orchestra dell'Opera Nazionale di Bratislava
Direttore: Christopher Ward
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