Il miracolo compiuto con "Le nozze di Figaro" e "Così fan tutte" non si ripete per l'inafferrabile "Don Giovanni", al punto che la produzione congiunta di Abbado (regia) e di Webb (direttore) suscita mugugni e dissensi al termine degli atti e nel foyer. A "Don Giovanni" manca notoriamente il ritmo infallibile di commedia degli altri due lavori: è al contrario una drammaturgia a blocchi, intermittente, che nondimeno ben si sposa sulla carta con le più moderne letture registiche, senza spazio e senza tempo.
Tale è anche quella di Abbado, che sulla medesima piattaforma girevole costituente l'universo intero in cui abitavano Figaro e Susanna, Fiordiligi e Dorabella, innalza un muro di sghimbescio, solo occasionalmente attraversabile, dividendo il mondo in due parti tanto anguste per accogliere tutti da costringere sovente i personaggi a cercarsi anche altri mondi all'esterno, fino a invadere la sala teatrale. Solo il Commendatore non riesce a uscirne, vagando interlocutorio sulla scena per tutto lo spettacolo. Se le due precedenti regie erano il trionfo del movimento, qui domina invece il tableau, sin dalla ouverture, perseguito anche nelle scene più movimentate tramite una loro proiezione temporalmente sfasata, che sembra indicarne una persistenza eterna. Su tutto, un senso di ansia e oscurità che amplifica quello già presente in musica. Uno spettacolo, insomma, che non blandisce affatto il pubblico.
Anche sul piano musicale, il cast non produceva altrettanto effetto. Recuperati i due assi degli spettacoli precedenti (Ulivieri e Antoniozzi), la coppia nobile (Shankle e Ushakiva) trovava ben scarsa adesione all'italianità delle rispettive parti, mentre ben più interessanti sono parse la voce tagliente di Elvira (Kovalevska) e quella sognante di Zerlina (Marianelli).
Interpreti: Nicola Ulivieri (Don Giovanni), Mauro Corna (Il Commendatore), Natalia Ushakova (Donna Anna), Norman Shankle (Don Ottavio), Maija Kovalevska (Donna Elvira), Alfonso Antoniozzi (Leporello), Riccardo Novaro (Masetto), Alessandra Marianelli (Zerlina)
Regia: Daniele Abbado; luci Gianni Carluccio
Scene: Gianni Carluccio
Costumi: Gianni Carluccio
Coreografo: Alessandra Sini; Video Luca Scarzella
Orchestra: Orchestra e Coro della Fondazione Arena di Verona
Direttore: Direttore e cembalista Jonathan Webb
Maestro Coro: Marco Faelli