Domingo, Netrebko e Barenboim trionfano nel Macbeth

Grande successo alla Staatsoper di Berlino per l’opera verdiana in un nuovo allestimento di Harry Kupfer 

Foto di Bernd Uhlig - Macbeth Berlin
Foto di Bernd Uhlig
Recensione
classica
Berlino, Staatsoper
Macbeth
17 Giugno 2018

Non è certo un fenomeno sconosciuto nemmeno da queste parti, ma c’è sempre una certa reticenza da parte dei teatri tedeschi ad aprirsi allo star system. Alla Staatsoper di Berlino, dove da decenni regna incontrastato Daniel Barenboim, è sempre meno così. Per il nuovo Macbeth, che chiude la tre giorni di prime berlinesi dopo il modesto Viaggio a Reims alla Deutsche Oper e il brillante Naso alla Komische Oper, Barenboim chiama due star amatissime dal pubblico come Plácido Domingo e Anna Netrebko.

Esauriti da tempo i posti nel rinnovato teatro su Unter den Linden per tutte e cinque le recite in programma, la prima dell’opera viene offerta anche in visione gratuita sul grande schermo installato nella contigua Bebelplatz, che conta un discreto numero di spettatori. 

Non è un debutto per nessuno questo titolo verdiano, presente da molte stagioni alla Staatsoper nell’allestimento barbarico di Peter Mussbach (“frequentato” anche dallo stesso Domingo nel 2015 per il suo debutto berlinese nel ruolo) e ora rottamato per far posto al nuovo allestimento di un veterano come Harry Kupfer, regista principale e direttore della Komische Oper già negli anni della DDR e per anni dopo la caduta del muro. Atmosfere apocalittiche e rigori militareschi fanno da cornice a una lettura psichica della patologia omicida di Macbeth ma con pochi guizzi e un’attualizzazione di maniera con più di un cedimento a luoghi comuni ormai piuttosto triti, per tacere di qualche innocua stravaganza (vedasi il coltello grondante sangue di Duncan che non lascia alcuna traccia sul bianchissimo sofà dei Macbeth, o l’assassinio di Banquo a bastonate in un cantiere edile).

Foto di Bernd Uhlig - Macbeth Berlino
Foto di Bernd Uhlig

Per il resto pochi i movimenti e in gran parte delegati alle macchine del rinnovato palcoscenico della Staatsoper che alza e abbassa le due scene sovrapposte, arredate dallo scenografo Hans Schavernoch con qualche scarso elemento di attrezzeria e una dominante cromatica nera. Il resto lo fa il fondale con le animazioni video di Thomas Reimer che mostrano raffinerie in fiamme, rovine gotiche e paesaggi urbani. Sovrabbondano le divise militari fascisteggianti e i cappotti dei profughi nei costumi di Yan Tax, che riserva abiti dai colori sgargianti sollo alla primadonna. 

Sul piano musicale si tratta di un Macbeth di conferme più che di scoperte. Non è una novità nemmeno per i due protagonisti assoluti, che hanno già portato in numerose scene internazionali i rispettivi ruoli. Rinunciando al lato oscuro di un timbro autenticamente baritonale, Plácido Domingo apporta al ruolo di Macbeth decenni di sapienza scenica e gioca sui toni crepuscolari del tiranno stanco e moralmente logoro e, con questo, giganteggia soprattutto sull’amaro disincanto di “Pietà, rispetto, amore” nell’epilogo. Anna Netrebko è focosa e regge a malapena i tempi poco spediti imposti dal direttore. La salva il grande carisma dell’interprete consumata, che fa perdonare un’emissione cavernosa nel registro grave e gli acuti spesso tirati. L’attenzione pressoché esclusiva per i due protagonisti rischia di far passare sotto silenzio le prove maiuscole di Kwangchul Youn, un Banquo di severa profondità, e Fabio Sartori, un luminoso Macduff molto applaudito nella scena “Ah, la paterna mano” (e curiosamente assai meno nello slancio eroico de “La patria tradita”). Corposo il contributo del Coro della Staatsoper ma spesso in ritardo. Ottima la prova della Staatskapelle di Berlino alla quale il direttore Daniel Barenboim chiede soprattutto un suono bello e potente che rimanda al Verdi eccellente orchestratore degli anni più maturi più che quello corrusco della giovinezza. 

Foto di Bernd Uhlig - Macbeth, Berlino
Foto di Bernd Uhlig

Il successo annunciato arriva con standing ovation e chiamate soprattutto all’indirizzo di Domingo, Netrebko e Barenboim, i tre trionfatori della serata. 

Nuova produzione della Staatsoper di Berlino. Date rappresentazioni: 17, 21, 24, 29 giugno, 2 luglio 2018 (ripresa: 23, 26, 30 maggio 2019). 

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