Demoni e poesia dal cuore della Russia
Il Festival di Annecy chiude con Temirkanov, la Filarmonica di San Pietroburgo e Matsuev
Recensione
classica
Se anche non volessimo insistere sulla retorica del profilo culturale russo al concerto di chiusura di Annecy Classic Festival, il 30 agosto nella moderna chiesa di Sainte Bernadette, la programmazione sembra rimarcarlo su vari fronti. La storica Filarmonica di San Pietroburgo, orchestra in residenza del festival francese, ha eseguito col suo direttore Yuri Temirkanov e Denis Matsuev (alla codirezione artistica del festival) al pianoforte un programma in cui Kikimora di Anatoli Liadov ha fatto da preludio al “Concerto n. 2 per pianoforte e orchestra“ e alle “Danze sinfoniche“ di Rachmaninov. Quasi non lascia margini interpretativi questa serata alla russa che sembra mostrarsi imperiosamente come l’unica lettura possibile, o almeno la più vera, di Rachmaninov. E in effetti il suo essere un tardo romantico anacronistico, con le melodie ben spiegate, è venuto fuori benissimo perché se dell’orchestra russa la Filarmonica ha la potenza di suono, ha però soprattutto, nel gesto del suo direttore, la fluidità del canto. Così come ben cantato era il Concerto (vedi in particolar modo il secondo movimento) nella lettura di Matsuev. Un pianista che unisce l’aspetto demoniaco e quello poetico, incisivo, a volte secco ma sempre cantato, un bene per non sbrodolare troppo un autore che tende con facilità a scadere nel kitsch, ad andare oltre il sentimento e sconfinare nel sentimentalismo. Peccato solo per un eccessivo uso del pedale. Che Rachmaninov è il suo autore prediletto, frutto di una riflessione discografica, di un’intesa particolare con l’orchestra e il direttore e di un quid spirituale che condivide con loro era ben evidente in sala. Questo però non è bastato a giustificare l’esplosione del pubblico cui ha regalato due bis.
Interpreti: pianoforte Denis Matsuev
Orchestra: Orchestra Filarmonica di San Pietroburgo
Direttore: Yuri Temirkanov
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