Come suona la letteratura
Parole in musica e concerti al festival degli autori
Recensione
classica
La musica più bella che si possa ascoltare al Festivaletteratura (che si è concluso musicalmente il 12 settembre, con un concerto di Sentieri Selvaggi e una conversazione al Teatro Bibiena di Michael Nyman con Carlo Boccadoro e Filippo Del Corno) è quella annidata nel libri degli scrittori che incontrano i loro competenti, colti lettori in piccoli incontri in cui si possano radunare non più di 30-50 persone. Allora questo festival, ormai stracolmo di gente, di scrittori e di tematiche extraletterarie, rivela la sua qualità più eccellente ed assoluta, avvicinando intorno all'emozione delle parole lo scrivere e il leggere, lo scrittore e il lettore. Così, Michel Faber ("Il petalo cremisi e il bianco", "Sotto la pelle", Einaudi) nel suo reading improvvisato legge un inedito dedicato a un batterista heavy metal stordito a Budapest da emicranie devastanti, e urla e s'agita nella carne sballata del suo primo protagonista maschile. Oppure, l'abbottonato e serio George Pelecanos, scrittore di noir polizieschi violentissimi e disperati nella Washington dei quartieri pericolosi ("Vendetta", "Angeli neri", Piemme), ama il soul che trama tutti i suoi libri: l'ultimo suo libro, appena in uscito negli Usa, è accompagnato – come ricorda Pietro Cheli, che guida la conversazione con lo scrittore grecoamericano – da un cd con la "colonna sonora" del romanzo.
Ma a Festivaletteratura c'erano naturalmente anche molti concerti del tutto musicali, tagliati a misura di parola e di comunicazione intima tra musicista e ascoltatore: dal concerto-reading di Patti Smith, al bel progetto di padanità jazzata dedicato da Giambattista Tofoni a Gorni Kramer, con serate introdotte da Gianni Coscia, alla "Litanìa" fosca e stonata di Giovanni Lindo Ferretti sul sagrato silente e buio della romanica e spoglia S.Maria del Gradaro, circondato dalla imbrigliata festosità laziale di Ambrogio Sparagna ed Erasmo Treglia.
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