Charles Gounod fra teatro e chiesa 

A Venezia con due concerti si apre il Festival del Palazzetto Bru-Zane consacrato al compositore francese nel bicentenario della nascita

Gounod - palazzetto Bru-Zane
Recensione
classica
Venezia, Palazzetto Bru-Zane
Alchimie Vocali / Gounod gotico
07 Aprile 2018 - 08 Aprile 2018

Non manca l’appuntamento con il bicentenario di Charles Gounod il Palazzetto Bru-Zane (e come potrebbe?). Lo fa naturalmente secondo i suoi modi consueti, ossia ripescando fra le pagine meno note di uno dei monumenti del romanticismo francese.

Il weekend inaugurale del festival di primavera della casa madre veneziana (in trasferta nella grande sala rinascimentale della Scuola grande di San Giovanni Evangelista, a pochi passi dal Palazzetto) coniugava in due programmi molto diversi il dilemma che dà il titolo alla rassegna: mistico o sensuale? Dilemma che suona un po’ stravagante per chi di Gounod conosce soprattutto la produzione operistica. Eppure lo stesso Gounod non doveva essere così deciso sulla direzione da prendere al bivio fra la carriera religiosa e quella musicale, se persino la madre gli chiedeva: «Non so dove vorrai abitare quando ritornerai. Vicino alle missioni o dalle parti dell’Opéra?», per tacere della profezia un po’ farlocca di Camille Saint-Saëns, che scommetteva sulla sopravvivenza dei contenuti sacri piuttosto che sulle leggerezze del Faust o di Roméo e Juliette

Al Gounod operista era consacrato il concerto inaugurale Alchimie vocali, che offriva una antologia significativa di titoli, per lo più scomparsi dalle scene, molto rappresentativi dei generi in voga nella Secondo Impero. Dal turgido esotismo della Reine de Saba proveniva il duettone fra Balkis e Soliman di “Elle est en mon pouvoir!” che apriva il programma, prima della sognante delicatezza della romanza “Que de rêves charmants” di Sylvie dalla Colombe.

Alchimie vocali - Bru-Zane

A dispetto della solida e incrollabile fama, dallo scrigno del Faust continuano a uscire gemme rare: in attesa della prima versione “opéra comique” del 1859 in arrivo a giugno sotto il segno del Bru-Zane a Parigi, nel concerto veneziano venivano presentati due sacrifici di pregio (in nome della coerenza drammatica della personalissima lettura goethiana del trio Gounod-Barbier-Carré) come il duetto “Adieu mon bon frère!” fra Marguerite e Valentin e l’aria di Siebel “Versez vos chagrin”. Si proseguiva con la spumeggiante aria di Baucis “Ô riante nature” dal Philémon et Baucis, prima della febbrile drammaticità del duetto fra Pauline e Sévère e, nella seconda parte, la non meno concitata aria di quest’ultimo “Ah! Quittons le festin!” dal corneilliano Polyeucte. La galleria di ritratti “hors contexte” gounodiani proseguiva con l’eleganza tutta francese del couplet di Arthur “L’espoir et l’amour dans l’âme”, ruolo minore della ipergotica Nonne sanglante di sapore affatto diverso, con il sentimentalismo domestico della provenzale Mireille al Mistral (Frédéric), con il brioso alterco da coppia in crisi fra Sganarelle e Martine, con bellicosa chiosa femminista di quest’ultima nel couplets “Toute femmes”, dal molieriano Médecin malgré lui e culminava nel finale con la perla rara dell’inedita gran scena pre-morte apparente di Juliette “Quel frisson court dans me veine”, tagliata già alla prima, si dice, per eccessiva complessità tecnica, classico pezzo di bravura che incoronava la bravissima Chantal Santon Jeffery come primadonna della soirée gounodiana per indiscutibile statura drammatica. Molto apprezzabili, comunque, anche gli altri due interpreti vocali della serata, la soprano Juliette Mars, più versata nel brillante, e il baritono Jérôme Boutillier, giovane voce duttile e aitante di sicuro avvenire. Con precisione stilistica e sonorità suadenti li accompagnava la pianista Marine Thoreau La Salle, validissima sostituta dell’orchestra gounodiana. Squisiti i due fuori programma nello stile del Palazzetto con lo spassoso trio “Ne permettrez-vous pas” dal Petit Faust di Hervé a base di amore e “Vaterland” conditi di poco sentimentali jödel fra Marguerite, Faust e un pochissimo luciferino Méphisto en travesti, e “Bei Männern, welche Liebe fühlen” dalla mozartiana Zauberflöte nella curiosa versione francese de Les Mystères d'Isis di Ludwig Wenzel Lachnith nel francese di Étienne Morel de Chédeville, che alla coppia Pamina e Papageno originale aggiunge un’inconsueta Papagena. 

Cambio deciso di registro per il secondo dei concerti, che sotto il titolo Gounod gotico riuniva la Messa vocale del 1843 e Les sept paroles du Christ sur la croix del 1855, più alcuni frammenti incastonati nelle sezioni della Messa. Il gotico del titolo è da intendersi secondo i canoni ottocenteschi nordeuropei, o comunque francesi, e dunque in senso molto più esteso che arriva a lambire il XVIII secolo. Secondo tali canoni gotico sarebbe anche Giovanni Pierluigi di Palestrina, fresco di riscoperta nei primi decenni del XIX secolo grazie al successo delle Memorie storico-critiche della vita e delle opere di Giovanni Pierluigi da Palestrina dell’ecclesiastico romano Giuseppe Baini. Proprio a Roma il ventunenne Charles, borsista a Villa Medici, conosce le complesse polifonie del grande maestro rinascimentale e il suo linguaggio musicale lo segna in profondità. Fra le due composizioni proposte dal Coro della Radio Fiamminga, disposto in circolo attorno all’organo di François Saint-Yves e il direttore Hervé Niquet, passano 12 anni ma il linguaggio gounodiano resta coerente e fedele a quel lontano modello che media il suo slancio religioso. Lo sguardo attento ai grandi maestri del passato è lo stesso anche nei due frammenti dell’Ave verum mozartiano come il Parce e l’Hosanna composti su corale e fuga bachiani. Tanto la tavolozza del Gounod operista è variegata, tanto quella del Gounod religioso è austera e ascetica, soprattutto nel taglio imposto da un Niquet insolitamente (ma pertinentemente) severo. 

Gounod Gothique

Il pubblico numeroso a entrambi i concerti, molti applausi. Ottimo inizio per un mese in viaggio nelle molte articolazioni del mondo sonoro gounodiano. 

 Alchimie vocali
Chantal Santon Jeffery (soprano), Juliette Mars (mezzosoprano), Jérôme Boutillier (baritono), Marine Thoreau La Salle (pianoforte)

Gounod gotico
Coro della Radio Fiamminga, François Saint-Yves (organo), Hervé Niquet (direttore)

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