Frequenta Cenerentola da oltre vent’anni ma, a dispetto del tempo, la freschezza vocale e l’entusiasmo restano intatti: era Cecilia Bartoli la più festeggiata nel boato che ne sigillava i mirabolanti vocalizzi del rondò finale e che tracimava nell’entusiasmo per tutti gli interpreti dello spettacolo inaugurale del suo terzo Festival di Pentecoste da direttrice artistica e generosissima ospite. E un trionfo è stato anche per il suo principe (in abito “ovviamente” azzurro), Javier Camarena, dal piglio vigoroso e dalla tecnica travolgente.
Non era però una “Cenerentola” solo di voci: leggerezza e poesia erano forniti dal team creativo guidato da Damiano Michieletto (anche festeggiatissimo). Se rompere il cliché dell’iconografia tradizionale significa rottamare certo cattivo teatro e liberare forze creative, ben venga questa Cenerentola da tavola calda e bar lounge (iperrealisticamente ricreati da Paolo Fantin), che nel quadro da nostro banale quotidiano apriva squarci al sogno e al surreale nelle aeree proiezioni sul sipario chiuso già dalla Sinfonia. Veicolo di questo difficile equilibrio era Alidoro, che diventava oggetto di una singolare metamorfosi da vecchio compassionevole e sentenzioso a lunare deus ex-machina del trionfo della bontà, a metà fra un Cupido imbranato e un Harpo Marx con voce di basso (quella del bravissimo Ugo Guagliardo). In buca, Jean-Christophe Spinosi imprimeva un passo molto spedito, ne combinava qualcuna con scarti agogici e dinamici poco intelligibili, ma se la cavava grazie alla simbiosi coi versatili strumentisti del suo Ensemble Matheus. Si faceva notare anche lo spiritoso commento ai recitativi del fortepiano di Felice Venanzoni. Spiritoso finale con la vendetta in secchi, guanti di gomma e stracci per i sudditi e, come detto, il trionfo.
Note: Nuova produzione del Festival di Salisburgo. Date rappresentazioni al Festival di Pentecoste: 5 e 7 giugno 2014. Ripresa al Festival di Salisburgo il 21, 23, 26, 29 e 31 agosto 2014.
Interpreti: Cecilia Bartoli (Angelina detta la Cenerentola), Lynette Tapia (Clorinda), Hilary Summers (Tisbe), Javier Camarena (Don Ramiro), Enzo Capuano (Don Magnifico), Nicola Alaimo (Dandini), Ugo Guagliardo (Alidoro)
Regia: Damiano Michieletto
Scene: Paolo Fantin
Costumi: Agostino Cavalca
Orchestra: Ensemble Matheus
Direttore: Jean Christoph Spinosi
Coro: Konzertvereinigung Wiener Staatsopernchor
Maestro Coro: Ernst Raffelsberger
Luci: Alessandro Carletti (video: RocaFilm)