Carmen trans

Jérome Savary rilegge Carmen: ma il suo talento teatrale, irriverente e colorato, questa volta si perde in un colossale pastiche, dove l'unica idea (Carmen androgina che ama una lesbica Micaela) avremmo voluta vederla in una vera regia di una vera Carmen

Recensione
classica
Teatro Regio Torino
Georges Bizet e Gérard Daguerre
20 Novembre 2001
Se conoscete il teatro e la carriera di Jérôme Savary, se vi siete divertiti alle sue prime circensi colorate energetiche esplosive provocazioni, vent'anni fa, è chiaro che vi presentate con l'acquolina in bocca a "Carmen 2, le retour", "prima mondiale assoluta" di una rilettura della "Carmen" di Bizet al Teatro Regio di Torino. Ci sarà da ridere, immaginate: Savary (l'avete rivisto pochi mesi fa nel suo teatro, l'Opéra Comique di Parigi, realizzare una gradevole sorridente "revue musicale" sulla celebre Mistinguett, la loro Wandissima) con il passar del tempo avrà guadagnato in equilibrio, sintesi, sapienza dei tempi e del bilanciamento drammaturgico. Poi, vuoi mettere: qui si va a smontare l'opera lirica più passionale caliente e roboante della storia, la più eseguita in tutto il mondo da un secolo. Bella serata, sarà. Finalmente un teatro lirico che osa fare l'autoironia ai suoi totem. Cominciano. Il vero direttore di scena recita e alterca con il direttore Dominique Trottein. Una veneranda Cristina Hoyos promette di ballare il suo flamenco ma lo fa mai o lo fa poco. La storia comincia subito con Don José che accoltella Ingrid, la soprano che fa Carmen in una "Carmen" che si fa in teatro. Battute cochon, aggiornamenti a liti domestiche da terzo millennio. Escamillo infilza Don José. Ma arrivano il dottor "Bornard" e il noto scrittore americano squilibrato e beone "Eminwouay" su una bella decappottabile rosa sfondando il muro del palcoscenico e si va in clinica. Bornard mette il cuore di Don José a Carmen, che rinasce come la creatura di Frankenstein e adesso è un po' androgina. Infatti nel secondo atto, dove Savary e il suo musicista arrangiatore da boulevard Gérard Daguerre lasciano molta più vera Carmen (grazie!), Micaela e Carmen dal cuore macho cominciano a tubare, allora Eminwouay si spara. Intanto Escamillo era diventato ciccione in galera ma lo hanno tirato fuori per fare il buffone con i nani davanti alla Plaza de Toros; con i nani litiga di brutto e un nano lo uccide. Sipario. TUTTO QUI. Questa è la "Carmen 2" di Savary. Un pasticcio sconclusionato, dove l'unica vera idea, quella di una Carmen transessuale e di una Micaela lesbica, Savary avrebbe potuto metterla in campo con un po' più di idee e lavoro in una bella regia della "Carmen" di Bizet, che ogni tanto riappare come un miraggio di teatro perfetto, smontato dai cha cha e dalle rumbe e dalla lounge di gente che non sa bene cosa inventarsi per tirar via due ore di spettacolo. Come due bebé che si sono incasinati i pezzi di Lego e tirano su la torre con il tetto sotto e la porta in cima. Cantanti? La Micaela di Patrizia Ciofi, che ha fatto un po' di buona musica lirica. Gli altri, in locandina.

Note: prima esecuzione assoluta. Nuovo all. del Teatro Regio in coproduzione con Opéra Comique di Parigi e Deutsche Oper am Rhein di Duisburg-Düsseldorf

Interpreti: Hoyos, Vavrille/Bandera, Olsen/Zampieri, Ciofi/Pastorello, Doss, Di Matteo, Servidei

Regia: Jérôme Savary

Scene: Michel Lebois

Costumi: Michel Dussarrat

Corpo di Ballo: Ballet Cristina Hoyos

Coreografo: Cristina Hoyos

Orchestra: Orchestra del Teatro Regio

Direttore: Dominique Trottein

Coro: Coro del Teatro Regio

Maestro Coro: Bruno Casoni

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