Borromini secondo Sciarrino torna alla Scala
Milano Musica: Gifuni interpreta il testamento del grande architetto con l’Orchestra della Rai
A trent’anni dalla prima esecuzione assoluta al Teatro Alla Scala, Morte di Borromini di Salvatore Sciarrino torna a rivivere sul palco del teatro milanese dalla voce di Fabrizio Gifuni per il Festival Milano Musica. Nel ricordare al medico cosa sia successo quel mattino d’agosto del 1667, la voce del geniale architetto non si accontenta questa volta di riportare la versione dei fatti, assorbendo quell’intricata rete di sfumature psicologiche che traspaiono inizialmente attraverso una dizione volutamente spezzata, pacatamente scomposta sul filo di una tensione che si innerva lungo la mimica facciale, fino a scardinare con minimi meccanismi la presenza fisica dell’attore sul palco.
I pannelli sonori che inquadrano il flusso dei ricordi, in continua evoluzione sin dalle amplificazioni del sofferto respiro di Borromini sul letto di morte, a vere e proprie apparizioni acustiche che si stagliano su un impalpabile fondale sonoro, faticano a raggiungere la pungente intensità programmata dal compositore nella sua musica.
Della conduzione di Cornelius Meister si avverte piuttosto una velata preoccupazione a cercare di trattenere la situazione laddove sarebbe più opportuno assicurarne il respiro. Tutto il contrario di quanto si è assistito durante l’Ouverture dell’Egmont op. 84 di Beethoven, in cui il trentasettenne direttore tedesco partecipa alla musica con un trasporto esclusivamente corporeo a dir poco ossessivo, perlopiù destabilizzante. Così la Quarta Sinfonia di Schumann, una vera e propria cavalcata a briglie sciolte in cui, caso più unico che raro, il fantino risulta più scapestrato del cavallo che conduce. Per l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai è l’occasione di dimostrare ancora una volta al pubblico la tenacia e l’affidabilità che la contraddistingue, riuscendo ad elevare Morte di Borromini a capolavoro pur in mancanza di una vera guida, accanto agli altri in programma, grazie alla perfezione tecnica e alle proprietà timbriche di cui è capace.
Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche
Jonas di Carissimi e Vanitas di cinque compositori contemporanei hanno chiuso le celebrazioni per i trecentocinquanta anni dalla morte del grande maestro del Seicento
Il primo pianista francese a vincere il Čajkovskij di Mosca conquista il pubblico milanese con un interessante quanto insolito programma.