Barocco senza scene

Anna Caterina Antonacci e la Venexiana per due diverse serate a Mito

Recensione
classica
MITO Settembre Musica Milano
15 Settembre 2011
Settimana ghiotta per gli amanti del teatro musicale sei-settecentesco a Milano: per Mito, infatti, sono passati una diva del palcoscenico come Anna Caterina Antonacci in un programma ‘compilation’ di brani da Monteverdi a Händel, per poi fare spazio ad una recita in forma di concerto dell’Incoronazione di Poppea con i complessi de la Venexiana e un cast di giovani italiani. Le due serate, però, si sono attestate su due livelli ben diversi quanto a qualità dei risultati: la Antonacci, infatti, accompagnata dall’Accademia degli Astrusi guidata da Federico Ferri, senza tema d’essere tacciata d’operazione di bieco marketing, ha impaginato un programma di facile presa sul pubblico (lamento di Dido di Purcell e Ottavia dall’Incoronazione, Combattimento di Tancredi e Clorinda di Monteverdi, bis con Lascia ch’io pianga di Händel) inseriti tra concerti di Corelli, Geminiani e padre Martini, senza però concedere una virgola alla banalità o alla facile commozione; da vera attrice, prima che grande cantante, la Antonacci riesce a dare nuova luce a brani conosciuti a memoria da tutti, calibrando ogni verso secondo l’affetto richiesto, illuminando ogni singola parola di un accento appropriato. Insomma, un esempio di come si possa fare teatro barocco oggi, anche senza l’ausilio delle scene. Il che, va detto, per questo repertorio è una sfida che può essere mortale: drammi così intrinsecamente legati al teatro di prosa e improvvisato come quelli dei primi anni del Seicento veneziano (Incoronazione in primis; a proposito, propongo una moratoria sulla vexata quaestio dell’attribuzione: piuttosto che continue dispute musicologiche sul nulla, vogliamo ricordarci che – allo stato attuale della disponibilità documentaria – non è possibile dire una parola definitiva in merito? Chiamiamola l’Incoronazione, e basta) non stanno in piedi senza l’apporto delle scene e, soprattutto, di una viva recitazione: si richiedono attori-cantanti, cioè proprio quello che non erano i protagonisti della serata con la Venexiana (ensemble invece eccezionale e sempre originale nelle scelte musicali: quelle settime di quarta specie nel «pur ti miro»!): si vede che i giovani protagonisti hanno lavorato a fondo sullo scolpire la parola, ma tutto è inutile se i movimenti scenici frenano invece che esaltare le emozioni, e se il canto, sul tutto, non è proprio dei tecnicamente più ferrati (per usare un eufemismo). Occasione sprecata: non sono state poche le persone, fra il pubblico, che hanno lasciato la sala prima della fine.

Interpreti: Incoronazione di Poppea: Valentina Coladonato (Poppea); Martina Belli (Nerone); Alberto Allegrezza (Arnalta); Marta Fumagalli (Ottavia); Alessandro Giangrande (Ottone); Ugo Gagliardo (Seneca).

Orchestra: 11/9: Accademia degli Astrusi; 15/9: La Venexiana

Direttore: 11/9: Federico Ferri; 15/9: Claudio Cavina

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