Au revoir MITO
Si è chiusa l'edizione 2012
Recensione
classica
Scatoloni in Via San Francesco da Paola, sabato mattina: è il segnale che MITO è finito, chiude la biglietteria, si portano via i depliant e poi… si aspettano solo i numeri. E i numeri arrivano e sono bellissimi: Torino e Milano insieme hanno raccolto 136.000 presenze, dei 100 concerti a pagamento 65 hanno fatto registrare il tutto esaurito, il 32% dei biglietti è stato acquistato on line. Per quanto riguarda Torino sono 40 i concerti esauriti sui 49 a pagamento, e hanno registrato 32.846 presenze, lo scorso anno gli appuntamenti a pagamento furono 62 con 29.577 spettatori, quindi quest’anno il pubblico è aumentato. Così lo score torinese riporta: 47.446 presenze totali (32.846 a pagamento, come già detto, e 14.600 gratis) e 12.500 spettatori per gli appuntamenti di Mito per la Città. E adesso, aspettando l’edizione 2013, dal 3 al 22 settembre (omaggio a Benjamin Britten nel centenario della nascita e spazio a George Benjamin, anche nella veste di direttore, ha già preannunciato il direttore artistico Enzo Restagno) archiviamo l’edizione 2012 salvando ancora qualche immagine, e qualche suono. Sarà difficile dimenticare l’emozione e la gioia delle quattro giovani violiniste, allieve del Conservatorio Giuseppe Verdi di Torino, che si sono alternate come soliste nelle “Quattro Stagioni” di Vivaldi, una domenica mattina di sole in un Conservatorio tutto esaurito. Michela D’Amico, Fabiola Tedesco, Lara Albesano, Alessandra Pavoni Belli, si sorridevano, incitavano, applaudivano a vicenda, scambiandosi come soliste gli strumenti di Teresina Tua custoditi al Conservatorio. Erano tutte e quattro bravissime ad affrontare con sicurezza le asperità vivaldiane, e mentre le ascoltavo fantasticavo che mi sarebbe piaciuto portare lì con una bacchetta magica agenti, direttori artistici, critici da tutto il mondo, costringerli ad ascoltare bendati, senza svelare identità ed età delle quattro violiniste. Avrebbero indovinato che erano giovani studentesse? Non credo, sarebbero rimasti ammirati e sarebbero scattati in piedi anche loro come tutto il pubblico in sala pretendendo il bis di due stagioni! Insieme alle quattro soliste gli altri membri, di altissimo livello, degli Archi del Conservatorio Giuseppe Verdi di Torino e Milena Vukotic, intensa e appassionata voce recitante. E poi, nel carnet dei ricordi rimane la voce di Popolizio prestata all’ironia di Saramago per le “Ultime parole di Cristo sulla croce” e Savall che declina un dolente Haydn, e la Quarta di Beethoven così nevroticamente contemporanea di Esa- Pekka Salonen con la Philharmonia Orchestra. Au revoir MITO.
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