Andrea Chénier nella Storia
Lussuosa messa in scena al Teatro Comunale di Bologna

Il nuovo allestimento di Andrea Chénier del Teatro Comunale di Bologna è uno spettacolo lussuoso e ricco. Dell’opera di Giordano piena di rifrazioni sulla Storia e sulle sue rivoluzioni, fatta di una narrazione continua e ininterrotta, dà una lettura magistrale Pier Francesco Maestrini. Il regista ripropone con efficacia dettagliatissima i cambiamenti della Storia, dagli echi (o gli strascichi) di (uno stanco) ancien régime nel primo atto, alle contraddizioni della Rivoluzione e del Terrore, grazie anche agli accuratissimi costumi di Stefania Scaraggi. Riferimenti alla pittura sono presenti in ogni scena (di Nicolas Boni), in cui si compongono opulenti tableau vivant dal sapore di capriccio barocco o di Delacroix. Anche le proiezioni digitali sono pregevoli, fatte con la sapienza di un architetto di fondali, a fondere prospettive d’effetto e giochi di luce atmosferici: per tutta la sua durata, lo spettacolo è una gioia per gli occhi.
Di tutto rispetto il cast vocale, con un Gregory Kunde che conquista per generosità di voce nei panni del poeta Chénier, ed una impeccabile Erika Grimaldi quale Maddalena di Coigny.
Commuove Manuela Custer quale vecchia ed eroica Madelon, così come piacciono la suadentissima Bersi di Cristina Melis e il Carlo Gérard di Roberto Frontali. Ricca la lista dei comprimari: Roucher era Vittorio Vitelli, Fouquier-Tinville era Nicolò Ceriani, Pietro Fléville era Stefano Marchisio, Mathieu era Alessio Verna, Un Incredibile era Bruno Lazzaretti, l’abate era Orlando Polidoro e Schmidt e maestro di casa era Luca Gallo. Per tutti, un po’ affrettata purtroppo la declamazione, sotto la metronomica la direzione di Oksana Lyniv, per la quale anche l’Orchestra del Teatro Comunale sembra risentire nella ricchezza di colori, sostituita da una certa fredda precisione. Repliche fino al 23 ottobre.
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