Alle sorgenti del Parsifal

Un trionfo per il Wagner filologico di Hengelbrock

Simon O'Neill (Parsifal) e Angela Denoke (Kundry); foto Petra Coddington
Simon O'Neill (Parsifal) e Angela Denoke (Kundry); foto Petra Coddington
Recensione
classica
Konzerthaus Dortmund
20 Gennaio 2013
Nell’affollata sala del Konzerthaus di Dortmund va in scena il primo Wagner “programmaticamente” autentico, nel senso di un restauro sonoro che lo riallinei alle pratiche del tempo. Non nuovo a questo genere di incursioni – simile trattamento era toccato anni fa al Rossini del “Barbiere”, al Bellini di “Sonnambula” e “Norma” ma anche al Verdi di “Rigoletto” e “Falstaff” – Hengelbrock si conferma una volta di più musicista intelligente e sensibile alle ragioni del teatro. Al di là delle scelte filologiche sul piano strumentale che forzano una certa speditezza anche nei momenti più ieratici, di questo “Parsifal” concertante colpiscono soprattutto il rigore e la forza drammatica che scaturisce dalla partitura (va da sé che l’utopia wagneriana della scena invisibile è più attuale che mai). Reso onore all’ottima prova dell’orchestra, colpisce specialmente il grande risalto dato alla dimensione corale da Hengelbrock, sul podio senza bacchetta, fedele alla vocazione originaria del suo straordinario Balthasar-Neumann, in felice connubio con le sorprendenti voci bianche della Chorakademie del Konzerthaus. La forza evocativa della parola è esaltata dalla cura del fraseggio che si nota in tutti gli eccezionali interpreti, financo nei piccoli Sven Wagner e Juls Serger. Fra i protagonisti, esemplare il Gurnemanz di Frank van Hove, la cui rigorosa sobrietà di accenti richiama un Evangelista bachiano. Simon O’Neill piega la bellezza del timbro squillante alla resa plausibile del percorso spirituale del puro folle, così come Angela Denoke caratterizza magistralmente l’enigmatica Kundry nei suoi diversi stadi. La scura profondità del timbro e la rodata frequentazione liederistica di Matthias Goerne fanno del suo Amfortas il simbolo della sofferenza universale. Accoglienza trionfale.

Note: Rappresentazione in forma di concerto. Altre rappresentazioni: 26 gennaio (Philharmonie, Essen); 29, 31 gennaio e 2 febbraio 2013 (Teatro Real, Madrid)

Interpreti: Matthias Goerne (Amfortas), Victor von Halem (Titurel), Frank van Hove (Gurnemanz), Simon O'Neill (Parsifal), Johannes Martin Kränzle (Klingsor), Angela Denoke (Kundry), Hermann Oswald (1. Gralsritter), Marek Rzepka (2. Gralsritter), Sven Wagner (1. Knappe), Juls Serger (2. Knappe), Virgil Hartinger (3. Knappe), Manuel Warwitz (4. Knappe), Katja Stuber, Gunta Davidcuka, Antonia Bourvé, Tanya Aspelmeier, Heike Heilmann, Marion Eckstein (Klingsors Zaubermädchen), Marion Eckstein (Stimme aus der Höhe)

Orchestra: Balthasar-Neumann-Ensemble

Direttore: Thomas Hengelbrock

Coro: Balthasar-Neumann-Chor e Knabenchor der Chorakademie am Konzerthaus Dortmund

Maestro Coro: Detlef Bratschke (Balthasar-Neumann-Chor), Jost Salm (Knabenchor)

Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche

classica

Torino: inaugurazione di stagione con Le nozze di Figaro

classica

Saltata la prima per tensioni sindacali, il Teatro La Fenice inaugura la stagione con un grande Myung-Whun Chung sul podio per l’opera verdiana

classica

Il primo pianista francese a vincere il Čajkovskij di Mosca conquista il pubblico milanese con un interessante quanto insolito programma.