Dopo oltre un quarto di secolo in cui “Le vie dell’amicizia” hanno visto Riccardo Muti testimoniare il valore della cultura e della musica quale ponte ideale di speranza e di pace – facendo tappa da Sarajevo a New York, da Gerusalemme a Kiev – per questa edizione 2025 di Ravenna Festival la destinazione inedita di questo ideale “viaggio musicale per la fratellanza tra i popoli” rimane la città romagnola, sede della manifestazione. Un invito per una partecipazione spontanea e collettiva a una sorta di masterclass condotta dallo stesso Riccardo Muti e aperta a tutti: cori amatoriali e professionali, cantori esperti e principianti, di qualsiasi età e tessitura vocale. Una “chiamata” libera e gratuita, insomma, per un percorso che si terrà l’1 e il 2 giugno al Pala de André di Ravenna.

Un progetto titolato “Cantare amantis est” – da Sant’Agostino: “cantare è proprio di chi ama” – pensato per vivere il canto corale come un’esperienza di vera e propria comunità, che si trasforma a sua volta in spettacolo in virtù del fatto che tutte le sessioni di studio e di prova saranno aperte al pubblico. Un’occasione preziosa da vivere anche dalla platea, quindi, per scoprire il lavoro che matura dietro l’esecuzione musicale e cogliere così le intenzioni che il compositore ha riversato nella partitura.
In questo caso il compositore affrontato da Muti è l’amato Giuseppe Verdi, mentre a curare questo inedito progetto sono stati chiamati Anna Leonardi e Michele Marco Rossi, ai quali abbiamo rivolto qualche domanda.

Partiamo da voi: qual è il vostro percorso e come siete arrivati a curare il progetto “Cantare amantis est”?
Anna Leonardi «Nasco come oboista, sono partita dall’Orchestra Cherubini, e oggi porto avanti un percorso nel management musicale».
Michele Marco Rossi «Sono violoncellista, con un percorso in particolare sulla musica del nostro tempo».
AL e MMR «“Cantare amantis est” nasce dalla Chiamata alle Arti, che abbiamo realizzato a Ravenna nel 2024. E tutto questo a sua volta nasce dal nostro incontro con Cristina Mazzavillani Muti. È lei la persona che è dietro tutti questi progetti, che ci ha spronato a realizzarli, che ci ha motivato, guidato, sostenuto. L’incontro con Cristina ha radicalmente cambiato le nostre vite».

Nell’ambito di Ravenna Festival, l’iniziativa “Le Vie dell’Amicizia” ha rappresentato un percorso particolare che, per oltre un quarto di secolo, ha visto la figura di Riccardo Muti quale testimone itinerante di cultura e fratellanza da Sarajevo a New York, da Gerusalemme a Kiev. Come leggete il carattere apparentemente “stanziale” di questa tappa ravennate dell’edizione 2025?
AL e MMR «Il carattere stanziale di questo Viaggio dell’Amicizia è, appunto, solo apparente! È in realtà un viaggio molto ampio e movimentato. Innanzitutto è un viaggio non da Ravenna ma verso Ravenna. Cantanti da tutta Italia si stanno organizzando per spostarsi e venire nel cuore della Romagna, e questo spostamento di genti sul territorio italiano è già di per sé un vero e proprio viaggio. Inoltre, questo del 2025, è un viaggio nella coralità. Ad oggi siamo già a 1000 iscrizioni! Un coro di (almeno) 1000 persone intonerà insieme le pagine verdiane, compiendo un viaggio culturale, umano, spirituale, attraverso la voce. Intonare tutti insieme questi cori, guidati da Riccardo Muti, sarà davvero come spostarsi in una dimensione astratta e comune sotto la guida di un vero Maestro. Insomma, si può viaggiare anche stando fermi. L’importante è lo spirito di scoperta, la voglia di conoscenza, di mettersi in gioco, di trasformarsi».

Veniamo ai dettagli del progetto: come è strutturato “Cantare amantis est” e chi può partecipare?
AL e MMR «Saranno due giornate di lezioni e prove dirette da Riccardo Muti. Appuntamento l’1 nella tarda mattinata e conclusione il 2 nel tardo pomeriggio. L’insieme dei partecipanti formerà un unico grande Coro, che approfondirà e intonerà le pagine verdiane. Chi può partecipare? Chiunque! Non ci sono limiti di età, genere, provenienza, esperienza. Possono iscriversi i cantanti professionisti o amatori, i cori già formati o i singoli coristi, non c’è un solo tipo di barriera per partecipare al progetto. Si richiede solo una preparazione musicale di base minima: conoscere i tre cori di Verdi, saperli intonare. Ma il Maestro Muti su questo è stato chiaro: ci sarà spazio anche per le persone che non abbiano una natura musicale particolarmente spiccata. Anche chi fosse (o si reputasse) stonato, può partecipare. L’obiettivo di Cantare amantis est non è una gara di bravura, ma dare piuttosto il segnale di una società che vuole superare differenze e disuguaglianze, per stringersi attraverso la musica e il canto».
Come repertorio di riferimento avete scelto brani quali “Va’, pensiero” da Nabucco , “Patria oppressa!” da Macbeth e “Jerusalem! …Jerusalem!” da I Lombardi alla prima crociata… insomma: perché Verdi? E perché questi brani?
AL e MMR«Questi brani ce li ha suggeriti lo stesso Muti. Il binomio Verdi-Muti è ormai per tutti un’immagine radicata, indelebile. Lo studio che Riccardo Muti ha realizzato sulle pagine di Verdi è la prova che nell’arte e nella cultura, indipendentemente dal livello artistico che si raggiunge, non si finisce mai di cercare, imparare, scoprire e approfondire. Lo studio del Maestro Muti è continuo, incessante, e poter attingere al suo sapere, condividere con lui questo percorso, è un’esperienza insostituibile. Queste pagine Verdiane rappresentano un punto fondamentale della nostra storia, per la cultura italiana e umana in generale. Non esistevano pagine migliori per lanciare un appello all’insegna della musica».

Come state vivendo questo incarico da parte di una manifestazione importante come Ravenna Festival? E quali obiettivi avete per il vostro futuro?
AL e MMR «Cristina Mazzavillani Muti, la Fondatrice e Presidente Onoraria, ci ha recentemente indicato pubblicamente come i futuri direttori artistici del Ravenna Festival. Questa è stata per noi l’ennesima sorpresa, l’ennesimo profondo stupore davanti alle parole e alle decisioni di Cristina. È con un senso di responsabilità enorme, oltre che di grande felicità, che stiamo approfondendo questo compito. La storia del Ravenna Festival è enorme, varia, meravigliosa. Lavoreremo per esserne all’altezza. Ravenna Festival è una grande casa per gli artisti: ne ospita ogni anno centinaia da tutte le parti del mondo, dando spazio a voci lontane tra loro per provenienze e generi musicali. Approfondire ancora di più questa dimensione, fare sì che sempre più Ravenna sia un crocevia di persone e idee, di passato e futuro, di arti, di cultura e, soprattutto, di pace, è per noi l’obiettivo più alto e importante».
È possibile aderire a “Cantare amantis est” fino al 1 maggio 2025. Per informazioni e iscrizioni: masterclasscori@ravennafestival.org.