L’intenso programma della seconda giornata della rassegna I suoni del liuto di Spello ha coinvolto quasi la totalità dei musicisti che hanno partecipato a questa manifestazione, sia per lo svolgimento di corsi o workshop e sia per la realizzazione dei concerti pomeridiani e serali, a partire dal liuto “orientale”, oud, suonato da Peppe Frana, lo strumento che rappresenta non soltanto una policentrica tradizione modale vivente ma che è anche il precursore o antenato del liuto “europeo”.
Un trio formato da Jacob Mariani, Luca Piccioni e Danilo Tamburo ha poi presentato un programma pensato appositamente per l’occasione, intitolato Confluenze. Polifonie a plettro al volgere del Quattrocento. I primi due musicisti sono anche i costruttori delle proprie copie di strumenti storici: una viola da mano ripresa dall’iconografia di un affresco di Signorelli del Duomo di Orvieto e un liuto a sei cori in ebano a partire dal modello intarsiato nel grottino di Isabella d’Este, mentre lo strumento più arcaico del terzo musicista a 5 cori ed è stato costruito da Giordano Ceccotti a partire da quello rappresentato in un dipinto di Gerard David.
A conclusione di questa giornata il duo di vihuelas formato da Evangelina Mascardi e Ariel Abramovich ha presentato il concerto Tañer con buen ayre, titolo che indica la maniera di suonare con grazia e con garbo, come raccomandato dai musicisti e trattatisti che si sono occupati dello strumento iberico, e in questo secondo episodio dedicato alla rassegna sono contenuti i racconti dei protagonisti dei tre i concerti.