Puccini, molto più che sentimento

Il saggio di Filippo Del Corno demolisce gli stereotipi e avvicina Puccini all’avanguardia

Giacomo Puccini (Archivio Ricordi)
Giacomo Puccini (Archivio Ricordi)
Articolo
classica

Con il suo pregevole saggio su Puccini pubblicato da Edizioni Curci all’interno della collana “Correnti” diretta da Carlo Boccadoro (Puccini ‘900. La seduzione della modernità, Milano, Edizioni Curci 2024, 128 pp., 17€), il compositore e docente Filippo Del Corno grazie alle sue competenze multidisciplinari offre uno tra i più stimolanti contributi per il centesimo anniversario della morte del compositore.

L’impaginazione dell’agile volume è spia di un preciso intento progettuale. Dopo la prefazione di Luciano Chailly, che fornisce ulteriori spunti sull’identità novecentesca di Puccini, i capitoli tradizionali, ribattezzati in Atti, separati da Intermezzi, e incorniciati da Prologo ed Epilogo, suddividono lo scritto nelle parti di un immaginario melodramma. Ciascun Atto si concentra su un aspetto preciso: il Tempo dell’azione drammatica, la costruzione del Suono e l’Immagine nella messa in scena. Ciascuna di queste categorie pone al centro la musica, come è ovvio che sia, ma mette in relazione esperienze, incontri, viaggi, lacerti di corrispondenza con i librettisti, dipinti, fotografie, ritagli, manufatti esotici e strumenti musicali, con intriganti rimandi intertestuali. In filigrana appare la figura di un uomo dall’intelletto vorace, curioso sperimentatore di novità, perfettamente a proprio agio nell’accelerazione vorticosa del suo tempo.

Filippo_Del-Corno_Puccini-900_La-seduzione-della-modernità_Curci 2024

La scrittura di Del Corno è piana, del tutto scevra di orpelli e fumosità. Il più grande pregio del suo saggio consiste nella possibilità di fruirne a più livelli, a seconda dell’esperienza del lettore. Il melomane rimarrà affascinato dal racconto di Puccini alla guida dei suoi bolidi, abbonato a più riviste, intenditore d’arte e di pittura, fotografo; lo studente di composizione potrà analizzare l’orchestrazione dei passaggi esaminati; il musicologo avrà conferma di quanto Puccini sia stato consapevole delle suggestioni sonore del panorama europeo a lui contemporaneo.

Preziose sono le pagine dedicate a Luciano Berio, il cui linguaggio e la cui persona sono stati vicini a Filippo Del Corno. Berio incarna la figura dell’artista d’avanguardia che in una fase storica in cui la poetica di Puccini risultava aliena ne ha colto invece gli elementi di modernità, il rigore creativo che implica la costruzione del suono, l’attenzione minuziosa al testo e al contesto, il controllo del tempo nel senso più autentico e vitale del teatro.

Nel saggio traspare l'attenzione per le fonti, e il senso di meraviglia di chi per mestiere cesella suoni e si confronta con grandi maestri. Il lavoro di Del Corno dimostra come Puccini non si possa più liquidare come operista comunicativo e seducente, ma debba essere inquadrato al centro di una visione più complessa, pienamente ascrivibile ai percorsi più autentici della modernità.

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