Angel Bat Dawid, spiritual jazz (troppo spiritual)

Angel Bat Dawid a Biella con Eva Supreme, per un live da rivedere

Angel Bat Dawid
Recensione
jazz
Biella, Spazio Hydro
Angel Bat Dawid
08 Febbraio 2025

Tre date italiane in compagnia della cantante Eva Supreme per Angel Bat Dawid,  musicista nata a Louisville ma residente a Chicago, città dove ha sede l’etichetta discografica International Anthem per cui incide: Savona, Biella e Roma. Ho assistito alla data di Biella, organizzata da Good Musik e Spazio Hydro, in compagnia di un centinaio abbondante di altri spettatori che hanno sfidato la pioggia.

Le mie alte aspettative, generate dalle uscite discografiche di Dawid, sono state ridimensionate dall’esibizione a cui ho assistito, una sorta di Sunday service (anche se eravamo di sabato) spruzzato di spiritual jazz, molto più spiritual che jazz.

Si è cominciato con un classico delle sue esibizioni, “Indestructible Consciousness Chant”, brano con cui generalmente Angel Bat Dawid si aggira tra il pubblico per poi salire sul palco; leggendo i commenti sotto il video pubblicato 5 anni fa su YouTube, un utente riporta un giudizio tranchant: «This is comic (and really pretentious)». Sono parzialmente d’accordo, nel senso che non arrivo al punto di definire comica la decisione di cominciare il concerto in questo modo ma pretenziosa sì.

Ampio spazio è stato lasciato alla splendida voce di Eva Supreme, artista in grado di interpretare anche teatralmente i testi che sta cantando. Non conoscendola, per me lei ha rappresentato la nota più interessante della serata.

Quattro o cinque canzoni, piuttosto lunghe, con dei momenti da villaggio vacanze, soprattutto quello in cui Dawid ha invitato il pubblico ad alzarsi e a stare con le braccia in alto, agitarle con movimenti rotatori, non si sa bene con quale fine, e ripetere la frase «I need to get my shit together»: peccato perché dal punto di vista musicale quello è stato il momento che ho apprezzato di più, nel quale le due voci hanno interagito in maniera interessante – quella di Dawid aiutata da effetti e autotune, perché, a dirla tutta, non siamo di fronte a una gran cantante e il paragone con la Supreme è per lei perdente.

Discutibile il sermone durato quasi dieci minuti sull’importanza di chiederci come stiamo almeno una volta al giorno: se le avessi dato retta in quel momento, avrei dovuto rispondere che avevo vissuto momenti migliori. Ho apprezzato invece il suo attaccamento alla vita del suo quartiere e il suo interesse per la comunità che mi hanno ricordato l’atteggiamento della povera Jaimie Branch, artista e persona di cui Angel avverte la mancanza, come mi ha confessato in una veloce chiacchierata prima del concerto )e mi ha anche confessato: «Ennio?!? Come Ennio Morricone, uno dei miei musicisti preferiti in assoluto»).

Come avrete capito dalle mie parole ho assistito a un concerto che ha raggiunto la sufficienza ma nulla di più: l’intenzione, dichiarata anche sulla sua pagina Facebook, di intendere le sale in cui si esibisce come delle chiese mi lascia perplesso, come anche l’hashtag #gladtobeintheserviceonemoretime.

Segnalo che lo stesso giorno del concerto Gilles Peterson ha presentato in anteprima mondiale all’interno del suo programma su BBC 6 Music il singolo “Procession of the Equinox” che ha il compito di anticipare l’album Journey to Nepta Playa che uscirà ad aprile, composto da Angel Bat Dawid in compagnia di Naima Karlsson

E anche la madre di quest’ultima, la nostra amata Neneh Cherry, ha dato notizie di sé partecipando al brano “New Dawn” incluso nell’album omonimo, previsto per il giorno di San Valentino, del sassofonista Marshall Allen, collaboratore di lungo corso di Sun Ra che ha aspettato di compiere cento anni per pubblicare il suo esordio come solista. Che dire? Impagabile.

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