Sellars racconta Rameau
Al Palais Garnier nuova produzione di Castor et Pollux
Al Palais Garnier nuova produzione di Castor et Pollux di Jean-Philippe Rameau affidata alla regia dello statunitense Peter Sellars che trasporta la storia nel contemporaneo, dove le luci delle stelle sono affiancate da quelle delle metropoli, degli agglomerati industriali, dei tralicci elettrici e degli aerei in volo. Le guerre sono tra bande, e le coreografie in stile flex dance, la danza di strada nata a Brooklyn che si caratterizza per la disarticolazione di spalle e braccia. Con il visuale proiettato nell’oggi, si è deciso anche di tornare alla prima versione di quest’opera, quella del 1737, con il suo prologo che celebra la pace, mettendo quindi in chiaro sin dall’inizio che nel nuovo allestimento si è voluto proporre una riflessione contro il risentimento che porta alla guerra e inneggiare invece alla comprensione reciproca, alla lealtà e all’altruismo. Peter Sellars ha voluto ancora una volta al suo fianco direttore d'orchestra d’origini greche Teodor Currentzis alla testa dell'Utopia Orchestra and Choir da lui fondata con l’obiettivo di farne un progetto musicale il più possibile internazionale e indipendente. E Sellars ha chiamato al suo fianco di nuovo pure il ballerino di flex dance Cal Hunt che ha curato le coreografie che sono protagoniste quanto i cantanti lungo tutta l’opera, con i ballerini muti che sembrano però gridare con le loro membra come spezzate glissando tra gli avvenimenti e sottolineandoli con l’energia dei loro passi. Ma ogni danzatore è in realtà anche coreografo di sé stesso. E in più c’è la danza delle braccia del maestro Currentzis che dirige senza bacchetta pure con tutto il suo busto, la testa, le mani, sembra che anche lui stia eseguendo una sua spontanea coreografia. Anche tra i cantanti Sellars ama lavorare con artisti con cui ha già collaborato e che apprezza, così Castor è interpretato dal tenore belga Reinoud Van Mechelen davvero ammirevole nel quarto e quinto atto dov’è protagonista, dal fraseggio preciso e intenso. Polluce è invece Marc Mauillon dal colore di voce molto particolare e riconoscibile, qui canta da baritono, altre volte lo abbiamo sentito come tenore, voce troppo chiara per la parte, viene meno cosi il contrasto tra i due fratelli che in origine erano un haute-contre e un basso, anche se la bravura e il carisma in scena di Mauillon lo fanno apprezzare lo stesso. La parte di Télaïre, la fidanzata di Castore, è affidata all’elegante Jeanine de Bique, soprano dagli acuti luminosi, assai apprezzabile nei pianissimo e nelle virtuosità ma non abbastanza potente nei momenti più drammatici, a volte coperta anche dall’orchestra e dal coro. L’amica Phébé, innamorata di Castor, è qui interpretata dal mezzo Stéphanie d’Oustrac che ha opportunamente voce più scura, si fa notare il basso Nicholas Newton che interpreta Giove (ma anche Marte e un atleta), bravi i soprani Claire Antoine e Natalia Smyrnova, il tenore Laurence Kilsby, il coro diretto da Vitaly Polonsky. Meno apprezzabili le scene di Joëlle Aoun ed i costumi di Camille Assaf. Se le immagini ed i video notturni del cielo di Alex Macinnis, nonché le luci di James Ingalls, danno movimento allo sfondo e aiutano un poco a contestualizzare, purtroppo ripetendosi un po’ troppo, i mobili fissi di un povero, triste appartamento che servono per tutte le diverse situazioni, cosi come i costumi banali, vestiti di tutti i giorni per tutti o quasi, solo con qualche divisa militare o mimetica, il tutto nero per Télaïre e poco più, annoiano l’occhio e non aiutano certo a seguire l’intreccio. Anche il ripetersi delle variazioni dei ballerini alla fine, pur nella loro enorme inventiva, fa avvertire un po’ di monotonia. Per fortuna, la parte musicale riserva nella seconda parte alcune delle pagine più belle scritte da Rameau e ci si può concentrare sull’ascolto e godersi in particolare la celestiale descrizione orchestrale dei Campi Elisi e il magnifico, possente, gioioso finale, “La fête de l'univers”, in cui le sfere celesti celebrano la decisione di Giove di salvare entrambi i fratelli facendoli diventare tutte e due immortali e trasformandoli nella costellazione dei Gemelli. Con Sellars si imbandisce la tavola, arriva da bere e da mangiare, si accendono le luci in sala, è festa grande per tutti ma resta la sensazione di un nuovo allestimento interessante ma non del tutto riuscito.
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