Händel per Pretty Yende
Semele al Théâtre des Champs-Elysées
![Semele (Foto Vincent Pontet) Semele (Foto Vincent Pontet)](/sites/default/files/styles/review_detail/public/review/main_image/1.jpeg?itok=H33rImc5)
Dopo avere interpretato tante eroine romantiche, il soprano Pretty Yende per la prima volta interpreta Semele, la mamma di Bacco, nell’oratorio di Händel in una nuova produzione con messa in scena al Théâtre des Champs-Elysées di Parigi per la regia di Oliver Mears, direttore della Royal Ballet & Opera di Londra. Una produzione che vede protagonisti anche altri cantanti ifamosii: l’elegante tenore americano Ben Bliss è Jupiter; al controtenore Carlo Vistoli è affidata la parte di Athamas, l’infelice sposo designato di Semele, parte scritta per contralto; il mezzosoprano Alice Coote, specialista di Händel e che ha cantato spesso ruoli en travesti, per la prima volta qui è Juno, ed è una Giunone davvero perfida. La parte musicale è poi affidata alla francese Emmanuelle Haïm che dirige con tanta cura l’ensemble Concert d'Astrée, che ha lei stessa fondato vent’anni fa, ed è oggi considerata tra le migliori orchestre barocche francesi. In quanto oratorio, è molto importante in Semele il ruolo del coro, più presente che in un’opera, ed è pure quello del Concert d’Astrée, molto ben preparato da Richard Wilberforce, che si fa ammirare per compattezza ed incisività dei suoi interventi e disinvoltura nei movimenti in scena. Il regista ha trasportato la vicenda negli anni 1960/70 ispirandosi alle atmosfere dei film di Luis Buñuel, facendo diventare Semele una cameriera, e suo padre Cadmo, il capo cameriere, mentre Giove e Giunone sono della classe superiore, i ricchi con il potere. La scena si apre quindi con Semele che raccoglie la cenere di un imponente camino che domina la stanza, fuoco che sarà centrale nella vicenda. Le scenografie ed i costumi sono di Annemarie Woods, coloratissimi, ispirati all’epoca con un pizzico di humour, sopratutto per la caverna di Somnus che qui dorme invece mezzo vestito in vasca da bagno. Scene ben sottolineate dalle luci di Fabiana Picciolo che amplificano pure le intemperie divine facendo scoppiettare e brillare le lampade della stanza. Mears mette in scena anche quello che nell’oratorio è solo suggerito, come la relazione sessuale tra Semele e Giove, e invece di fare nascere il piccolo Bacco dalle ceneri della madre come una fenice, propone un vero e proprio parto in scena, in modo forse un po’ eccessivo. Pretty Yende ha la necessaria femminilità per fare innamorare un dio, molto ironica, sta al gioco molto impregnato di spirito inglese e con qualche eccentricità, interpreta con disinvoltura ed in modo credibile la ragazza che vuole il bel Giove, e come non innamorasi della morbida, aristocratica linea melodica del tenore Ben Bliss e delle sue garbate agilità vocali. Le parti più difficili per il soprano d’origine sudafricana vocalmente sono nella seconda parte, quando Semele si arrabbia perché vuole diventare anche lei immortale, il timbro scintillante ben si adatta, anche se non è accompagnato da fiati lunghissimi ed agilità stratosferiche, le virtuosità ed i vocalizzi sono affrontati con sicurezza e resi con grazia, anche nell’ira che la porterà alla morte al cospetto della vera natura del suo amante. Carlo Vistoli, sempre ottimo vocalmente, nella parte di Athamas ha modo di mostrare altre sfaccettature del suo gioco interpretativo, dando rilievo al suo personaggio infelice e tormentato. Il basso inglese Brindley Sherratt nei panno sia di Cadmo che Somnus mostra pure tutta la sua bravura rivestendo due ruoli tanto diversi per carattere, da una parte un padre burbero e rigido, dall’altra parte un dio un po’ barbone che si presta agli intrighi di Giunone in cambio della ninfa Pasithea che cerca, in modo assai divertente, di sfuggirgli. Ben riuscite pure le interpretazioni della giovane mezzosoprano Niamh O'Sullivan e del soprano Marianna Hovanisyan, rispettivamente, nella parte di Ino, la sorella di Semele innamorata di Athamas, e di Iris, la messaggera che fa la spia a Giunone. La Yende finisce letteralmente nel fuoco del camino e il suo bimbo è affidato a Giunone, ma un’altra ragazza è già pronta per raccogliere la cenere e si chiude il sipario che riproduce, infine è chiaro, lo sportello in metallo del camino. Alla première qualche isolata contestazione verso la regia, ma tanti applausi per i cantanti, il coro e l’orchestra.
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