In questo corposo volume in lingua inglese uscito nel 2023 per i tipi di LIM (The Italian-American musical experience. A Journey from Busoni to Berio, Lucca, LIM Libreria Musicale Italiana 2023, 405 pp., 45€) Valentina Bensi, musicologa che vanta un dottorato di ricerca presso l’Università di Monaco di Baviera, dà conto dell’esperienza americana di otto compositori italiani. Protagonisti della scena musicale internazionale a cavallo tra Otto e Novecento, questi maestri per motivi diversi hanno trascorso periodi della loro vita negli Stati Uniti, esercitandovi un’importante attività artistica. Il Nuovo Mondo, terra promessa per tanti musicisti in cerca di fama e di fortuna, fu spesso luogo d’esilio forzato o auto imposto, ma anche approdo sicuro per chi riuscì a sottrarsi alle brutali derive autoritarie che avrebbero sconvolto la Russia e l’Europa.
L’accoglienza degli americani nei confronti degli emigrati di talento fu quasi sempre benevola, a volte trionfale, e i soggiorni oltreoceano contribuirono a consolidare il successo che alcuni avevano in patria. Molti, arrivati per necessità o per sfuggire a persecuzione, trovarono lavoro come concertisti o docenti, e il loro operato finì per contribuire in modo importante alla musica americana e alla qualità di istituzioni, orchestre, teatri d’opera, ensemble di musica da camera e conservatori di musica.
L’introduzione del volume dà cenni sintetici sulle vicende americane di Dvořák, Da Ponte, Puccini, Toscanini, per poi offrire, in capitoli distinti, i resoconti dettagliati delle esperienze di Ferruccio Busoni, Rosario Scalero, Alfredo Casella, Mario Castelnuovo-Tedesco, Luigi Dallapiccola, Gian Carlo Menotti, Nino Rota e Luciano Berio, descrivendo le loro interazioni con l’ambiente professionale e la musica d’oltreoceano. Bensi si concentra sul contributo indiretto di ciascuno alla nascita e al consolidamento negli Stati Uniti del concetto di italianità come valore, e in parallelo, sulla ricezione in Italia dell’immagine culturale americana.
Volendo individuare chi abbia contribuito maggiormente al dialogo musicale tra le due sponde dell’Atlantico non si può prescindere dalla figura di Rosario Scalero, il “maestro fra i due mondi” che attrasse in America Nino Rota e Giancarlo Menotti, e che ebbe come allievi Samuel Barber, Virgil Thompson, Marc Blitzstein e Ned Rorem. Scalero è musicista ancora poco studiato e il lavoro di Bensi punta, tra l’altro, a colmare questa lacuna.
Più note sono le esperienze di Alfredo Casella, la cui attività multidisciplinare e lo spirito cosmopolita contribuirono a stabilire un solido ponte culturale tra il Vecchio e il Nuovo Mondo, e il cui Rapporto in sei parti sulla vita musicale americana scritto nel 1929 è riportato in appendice. Per non dire di Giancarlo Menotti, successore di Scalero al Curtis Institute di Philadelphia, su cui Bensi si sofferma ampiamente, e il cui nome è indissolubilmente legato ai Festival dei Due Mondi di Spoleto in Italia e Charleston negli Stati Uniti.
La scansione dei capitoli procede cronologicamente fino a Luciano Berio, le cui intense relazioni culturali con gli Stati Uniti, dove visse per undici anni, confluirono in iniziative quali l’Italian Music Festival di New York in collaborazione con la Julliard School.
Il saggio di Valentina Bensi colma un vuoto nel panorama degli studi legati all’interscambio tra l’Italia e gli Stati Uniti in campo musicale, e lo fa su un doppio fronte: con il rigore accademico e l’apparato bibliografico che potranno dare slancio a nuovi filoni di ricerca; con la piacevolezza del racconto che indugia su avvenimenti, estratti epistolari e spigolature che hanno il pregio di restituire il lato umano di personalità che hanno reso grande la musica italiana nel mondo.