Dal 5 luglio al 30 agosto 2024 si terrà la decima edizione del Festival estivo dell’Accademia Chigiana di Siena, intitolato Tracce. Un ricco programma di appuntamenti musicali tra eventi speciali, il tradizionale concerto in Piazza del Campo, concerti cameristici, titoli d’opera e un particolare omaggio a Giacomo Puccini nel centenario della morte del grande compositore.
In vista dell’evento di apertura del Chigiana International Festival & Summer Academy, abbiamo intervistato il direttore artistico dell’Accademia, il compositore Nicola Sani.
Il Chigiana International Festival & Summer Academy è giunto alla decima edizione. Quale formula ha proposto in questi anni e quali sono stati i momenti cruciali?
«La nuova formula del Festival estivo della Chigiana, avviato nel 2015 con la prima edizione, è riassunta nel suo nome: è un Academy Festival, unico nel nostro Paese, come quelli di Aspen e Tanglewood negli USA, di Lucerna e Verbier in Europa, e, per la parte dell'Accademia Lirica, quello di Aix-en-Provence. Dieci anni fa la Chigiana ha risolto brillantemente un difficile momento di profonda crisi economico-finanziaria, puntando su un nuovo modello di sviluppo sostenibile in linea con le principali esperienze internazionali legate a istituzioni estive di alto perfezionamento. Un progetto chiaro, messo in atto con estrema convinzione e determinazione il cui fulcro è stata la creazione di un festival della durata di due mesi (luglio e agosto) interamente prodotto dall'Accademia e dall'energia che scaturisce dagli storici corsi estivi di alto perfezionamento, che sono parte integrante del Festival. Un progetto che ha trasformato la storica Accademia senese in un soggetto protagonista del rinnovamento della prassi musicale del nostro tempo, dall'alta formazione alla concertistica, così come lo fu cento anni fa ai tempi del fondatore dell'Istituzione, il Conte Guido Chigi Saracini. I corsi oggi vedono la partecipazione, come docenti, di alcuni tra i più grandi musicisti del nostro tempo (Daniele Gatti, Salvatore Accardo, Tabea Zimmermann, Lilya Zilberstein, Ilya Gringolts, Salvatore Sciarrino, David Geringas e moltissimi altri) e oltre 450 allievi provenienti da tutto il mondo (sono più di 50 i Paesi rappresentati a Siena). Naturalmente non mancano ospiti speciali, con presenze estremamente significative come quelle di Myung-Whun Chung e della Filarmonica della Scala per il Concerto per l'Italia in Piazza del Campo, venerdì 19 luglio, la cui produzione audio/video sarà realizzata da RAI Cultura che lo trasmetterà in diretta televisiva (su RAI5) e radiofonica (su Radio3), nonché una presenza carismatica come quella del grande baritono Christian Gerhaher, per la prima volta ospite della Chigiana. E gli ex-allievi chigiani diventati oggi delle celebrità internazionali, come il Trio di Parma, che interpreterà in esclusiva il Trio di Morton Feldman (12 Luglio). Tra le caratteristiche del Festival, vi è uno spazio particolare dedicato alla musica d'oggi, con 8 prime assolute e la presenza di celebri autori contemporanei come Philippe Manoury, Michele dall'Ongaro, Emanuele Casale, James Dashow, Marco Momi, Bruno Letort, Marco Quagliarini, senza dimenticare gli omaggi a Luigi Nono, Fausto Romitelli, John Adams, Olivier Messiaen e le elettroniche di confine di Rosso Polare (Anna Vezzosi, Cesare Lopopolo) e Andrius Arutiunian, solo per citarne alcuni.
Il Festival è cresciuto enormemente dalla prima edizione, che comunque aveva già al suo interno produzioni di grande interesse, come la prima mondiale dell'integrale di Carnaval di Sciarrino, l'unica apparizione in Italia dello splendido allestimento scenico della Winterreise di Schubert con la regia di William Kentridge, nell'esecuzione di Matthias Goerne e Markus Hinterhäuser, in collaborazione con il Festival d'Aix e l'altrettanto esclusiva presenza di Max Richter che, nel tempio vivaldiano per eccellenza, ha eseguito in una performance rimasta leggendaria il suo Vivaldi Recomposed. Dopo quella prima edizione il Festival, si è sempre più delineato nella sua formula attuale, con un titolo tematico (quello di quest'anno è Tracce) e un ampio focus dedicato a un grande compositore del nostro tempo, con cui si confronta, anche dal punto di vista dei programmi didattici, tutta l'Accademia. Dopo le rassegne dedicate a Kurtág, Scelsi, Sciarrino, Stockhausen, Xenakis, Reich, Nono, Berio, quest'anno è la volta di Ligeti.
Oggi il Festival presenta oltre 120 concerti, organizzati in 9 sezioni tematiche, molti dei quali si svolgono in tutto il territorio senese, in molte località della Toscana e in Umbria e il pubblico è enormemente aumentato, con un incremento costante nel tempo, senza contare l'utenza raggiunta attraverso i media e i social network. A questo corrisponde anche la crescita dell'Accademia, giunta con 31 corsi al suo massimo storico, che trova nel Festival un'eccezionale piattaforma internazionale che contribuisce in maniera determinante all'esperienza formativa degli allievi. Tutto questo ha dato vita a uno straordinario festival-laboratorio, un'effervescente polis musicale dove le collaborazioni tra i docenti e tra allievi e docenti nascono dalla voglia di lavorare assieme per dare vita a inedite formazioni che consentono nuove creazioni altrove impensabili. Come l'inedita collaborazione tra Tabea Zimmermann e Lilya Zilberstein per un capolavoro quale la Sonata per viola di Shostakovich (5 agosto) o l'ensemble ad hoc che interpreterà il Kammerkonzert e Melodien di Ligeti (7 agosto) in un avvincente concerto monografico per il focus dedicato al grande compositore ungherese. Di grande importanza la collaborazione avviata quattro anni fa con l'Università Mozarteum di Salisburgo per tutto il comparto dei corsi dedicati alla musica barocca, a cui è affiancata un'importante componente concertistica e d'opera. Dopo la riuscita produzione de La Senna Festeggiante (premio ADUIM 2023) di Vivaldi e lo splendido allestimento dello scorso anno del Dido and Aeneas affiancato dall'opera contemporanea Elissa composta da Henry Fourès, prologo ed epilogo per l'opera di Purcell, quest'anno al Mozarteum si affiancherà la collaborazione con il Royal College of Music di Londra per una spettacolare "Baroque Night" nella suggestiva villa settecentesca di Geggiano (30 agosto). Ma la collaborazione con il Mozarteum quest'anno si estende significativamente anche alla produzione di teatro musicale».
Tornando al focus dedicato a György Ligeti: quali brani verranno eseguiti e chi sono i protagonisti?
«I protagonisti sono i docenti della Chigiana e gli allievi dell'Accademia, con gli ensemble in residence come il Quartetto Prometeo, il Chigiana Percussion Ensemble diretto da Antonio Caggiano, il Laboratorio di live electronics diretto da Alvise Vidolin e Nicola Bernardini, il Coro Guido Chigi Saracini diretto da Lorenzo Donati, l'Orchestra Senzaspine di Bologna, gli ospiti come Lukas Ligeti, figlio di György Ligeti, la vocalist Cristina Zavalloni, i direttori d'orchestra Marco Angius e Andrea Molino, i pianisti Erik Bertsch e Anton Gerzenberg e molti altri. Ognuno darà il suo contributo alla realizzazione di uno straordinario percorso che presenta 28 composizioni di Ligeti, in cui figurano alcuni tra i suoi capolavori assoluti, come il Concerto per violino che sarà eseguito il 5 dicembre da Ilya Gringolts con l'ORT e la direzione di Marco Angius nel concerto inaugurale del Festival, con lo straordinario, onirico poema Anahit per violino e ensemble di Giacinto Scelsi e lo spettacolare Concerto per orchestra di Béla Bartók. Tra gli altri capolavori di Ligeti presenti nel ciclo chigiano troviamo Ramifications per orchestra, i due Quartetti per archi, Lux Aeterna per voci, Musica Ricercata e gli Studi per pianoforte, la Sonata per viola, Continuum e Hungarian Rock per clavicembalo, Volumina per organo, i lavori elettronici Artikulation e Glissandi, ma l'elenco sarebbe molto lungo. Si aggiunge un evento estremamente significativo e di particolare interesse per i cultori della materia: la presenza di Kees Tazelaar, già collaboratore di Ligeti, che terrà una conferenza con ascolti sulla genesi di Pièce électronique n. 3, composizione elettronica del 1957-58, poi ritirata da Ligeti, ma che inizialmente si sarebbe dovuta intitolare Atmosphères, prima che questo titolo venisse destinato dal compositore al suo celebre capolavoro orchestrale del 1961».
Oltre al concerto di apertura, uno dei momenti più attesi è il concerto in Piazza del Campo: cosa potrà ascoltare il pubblico quest'anno?
«Il Concerto per l'Italia in Piazza del Campo, divenuto ormai un appuntamento classico dell'estate musicale, in occasione del decennale del Festival presenta un doppio splendido ritorno: quello di Myung-Whun Chung, ex allievo ed ex docente del corso di Direzione d'orchestra dell'Accademia Chigiana e quello della Filarmonica della Scala, assente da Siena da molti anni. Il programma del concerto è interamente dedicato alla musica di Ludwig van Beethoven, con due capolavori assoluti, due cavalli di battaglia del grande direttore coreano e della Filarmonica scaligera: l’Ouverture Leonore n. 3 e la Sinfonia n. 5. Ma i concerti in Piazza del Campo quest'anno saranno due, grazie all'intensa e proficua collaborazione con il Comune di Siena. Al Concerto per l'Italia (19 luglio) si affianca il Concerto del 21 luglio, con Beatrice Venezi alla testa della Filarmonica Arturo Toscanini di Parma in un suggestivo programma tutto dedicato alle "storie del mare": l’Intermezzo da Manon Lescaut di Giacomo Puccini, la Sinfonia del mare di Gian Francesco Malipiero, e la Suite sinfonica tratta da Sheherazade di Nikolaj Rimskij-Korsakov ».
Non solo musica strumentale ma anche opera con Don Pasquale di Donizetti e The Turn of the Screw di Britten: con quale criterio sono stati scelti questi titoli?
«Ai due titoli menzionati, si aggiunge la nuova produzione di un'opera contemporanea dedicata al centenario pucciniano: una delle importanti novità di questa decima edizione. Per un Festival come il nostro poter presentare tre nuove produzioni d'opera è un risultato straordinario, se pensiamo ai costi di questo genere di spettacolo. Il criterio prioritario per tutte le scelte è l'armonizzazione dei programmi formativi dei corsi con la linea tematica della manifestazione. Il Chigiana OperaLab è sostenuto da due corsi, quello di Direzione d'orchestra tenuto da Daniele Gatti e Luciano Acocella, e quello di Canto tenuto da William Matteuzzi. Le scelte dei titoli vengono concordate con uno o due anni di anticipo con i docenti, anche in considerazione del tema scelto per l'edizione del Festival. Se consideriamo l'indirizzo tematico, Tracce, vediamo come Don Pasquale (20 e 22 luglio al Teatro dei Rinnovati, con la regia di Lorenzo Mariani) e Turn of the screw (9 e 10 agosto al Teatro dei Rozzi, con la regia di Florentine Klepper e la direzione di Kai Röhrig alla testa della Mozarteun University Chamber Orchestra), per ragioni diverse, siano perfettamente relazionate. Ovviamente questi due titoli sono al centro dei programmi formativi dei rispettivi corsi. Per ciascuna delle produzioni d'opera vengono coinvolte altre Accademie e Istituzioni con cui la Chigiana ha avviato un intenso dialogo: l'Accademia del Maggio Musicale Fiorentino (che partecipa con il cast vocale dei propri artisti all'allestimento del Don Pasquale di Donizetti), l'Accademia di Brera, la Verona Accademia per l’Opera, l'Accademia di Belle Arti di Brera, l'Accademia del Teatro alla Scala, l'Università Mozarteum di Salisburgo, il Guido Levi Lighting Lab. A questi nuovi allestimenti si aggiungono due titoli di teatro musicale in forma semiscenica: l'originale Tracce di fiabe, teatro musicale per i più giovani di Maria Claudia Massari, con Antonio Caggiano alle percussioni e Silvia Belfiore al pianoforte, e il celebre A man in a room gambling di Gavin Bryars, interpretato dal Quartetto Noûs e Giuseppe Ettorre al contrabbasso, e la voce recitante di Angelo Romagnoli. Questo evento avrà luogo nella cornice spettacolare della Galleria Continua di San Gimignano, dove il pubblico potrà ascoltare il capolavoro cult di Gavin Bryars e Juan Muñoz immerso nella suggestiva installazione Neither Nor di Ai Weiwei».
Ci sarà spazio anche per una novità assoluta dedicata a Giacomo Puccini. Di cosa si tratta?
«The Butterfly Equation del compositore austriaco Thomas Cornelius Desi è il terzo allestimento che presentiamo. Si tratta di una nuova creazione, che coproduciamo con il prestigioso Festival di teatro musicale contemporaneo MusikTheaterTage Wien. Dopo la prima a Siena, l'opera verrà presentata in Settembre al Festival viennese. L'organico vocale e strumentale è molto particolare: cinque voci di soprano (le voci provengono dall'Università Mozarteum di Salisburgo che prende parte alla coproduzione), cinque pianoforti (il Chigiana Keyboard Ensemble) e una voce recitante (l'attore Giuseppe Nitti), la regia è di Alessio Pizzech, la concertazione è affidata allo stesso Thomas Desi. Questa produzione vuole essere l'occasione per utilizzare il centenario pucciniano per sostenere una nuova creazione di teatro musicale contemporaneo. Puccini è stato l'ultimo dei grandi compositori d'opera o il primo del nuovo teatro musicale? A questo interrogativo cerca di dare risposta Thomas Desi con un'avvincente trama in due atti e un libretto basato sui carteggi e i documenti pucciniani. In un Talent show di teatro musicale si cercano candidate per una Madama Butterfly. L'intrattenitore esamina cinque candidate. Il suo comportamento però incuriosisce: chi è in realtà quest'uomo? Il secondo atto lo svela...e qui finisce quello che ora posso dire».
Come si inserisce nel programma la mostra di Andrea C. Pedrazzini "Mirabili Tracce"?
«All'interno del Festival, cerchiamo sempre un rapporto con le arti visive, che sia in relazione con il suono. Le tracce sono qualcosa che normalmente si vede, le tracce si trovano, ma anche si lasciano...Tra un'infinità di tracce che in questo festival invece si ascoltano, cerchiamo le tracce irreali disseminate dagli animali immaginari del De Bestiarum Naturis di Andrea Carlo Pedrazzini, nella mostra allestita nelle sale del Chigiana Art Café, a cura di Stefano Jacoviello. Tracce come impronte lasciate su una superficie, indizi di qualcosa da scoprire. Tracce che testimoniano la presenza nascosta di qualcosa che corre il pericolo di scomparire. Resti inerti da ricomporre, ritrovando ciò che tuttavia potrebbe non corrispondere all’essere cui quei frammenti originariamente appartenevano, finendo per restituire l’identità di una creatura nuova, probabilmente mai esistita, che non avremmo potuto conoscere altrimenti. Fra i disegni di Pedrazzini troverà spazio anche una suggestiva installazione di Gianluca Panareo, che espone tracce di dischi prodotti da Gianni Sassi, recuperati dopo la drammatica alluvione dell'Emilia-Romagna e delle Marche dello scorso anno: geniale artista, provocatore, operatore intellettuale, sostenitore e agitatore di creatività, che con la sua visione sulla produzione culturale ha segnato le utopie dell’ultima parte del XX secolo. Con questo piccolo omaggio rintracceremo la linea di una corrispondenza artistica e di un confronto intellettuale fra Pedrazzini e Sassi, che riflette il legame tra il presente e una stagione di sperimentazione troppo vicina per essere già storia e già tanto lontana da farci rischiare di perderne la memoria. Le tracce di Gianni Sassi, che per Pedrazzini è stato padre, faro e committente di qualità, saranno esposte grazie alla collaborazione con Casa Bucci (Pesaro)».